Corre l’anno 1985. Tonino ricapitola di fronte a un amico la lezione di un “mestiere” scelto in anni di piena maturità e, con pudore, la propria “filosofia”: saggezza tranquilla e condotta di vita dignitosa, illuminate dal contegno pensoso (qualche filo di tormento, talvolta) e da un sorriso benevolo.
I suoi testi testimoniano trent’anni dopo la sua conoscenza profonda del mestiere e una visione dell’economia e della cultura della così detta “piccola pesca” modellate da un’idea rinnovata di cooperazione, dalla coscienza dell’emergenza ecologica, dalla necessità di porre un limite alle pulsioni produttivistiche e consumistiche. I suoi testi però restituiscono anche la prodigiosa e pervasiva presenza del mare nella sua vita, un tratto che lo accomunava al padre (in adolescenza spericolato abitatore delle acque di Salivoli con il fratello Tonino -omonimo del nostro- e campione in competizioni natatorie giovanili dei Guf tirrenici, poi saltuario compagno di pesca del figlio). Presenza del mare che diviene incanto poetico nei ritratti dei suoi animali: il polpo, il lupicante, i rombi (“eroi del lamarckismo”, li definisce), dell’amata gallinella, “la triglia lucerna”. La concezione di un’economia della piccola pesca ispirata alla tradizione rinnovata della cooperazione di produzione e di consumo- dunque a un complesso di modelli economici propri (ma non solo) della tradizione del movimento operaio- si intreccia con la consapevolezza ecologica e già etologica.
Ambiente e tutela degli animali son questioni che cominciarono ad essere discussi sul serio in Italia solamente alla fine degli anni Settanta: ambientalisti e animalisti intendevano, fra l’altro, superare i limiti della legge n. 968 sui principi generali della protezione e della tutela della fauna, ma il concetto di “diritti degli animali” rimase ancora del tutto estraneo alla legislazione nazionale e alla cultura che la informava. Si moltiplicarono intanto, dal 1977 agli anni in cui Tonino pensava e scriveva questi testi, le direttive della Comunità Economica Europea (l’Unione non esisteva), le convenzioni, le risoluzioni per la protezione e conservazione degli animali selvatici e in allevamento. Pochi però si mostrarono sensibili alla ricezione del problema: Tonino ne discuteva ad esempio con Franco Travaglini, etologo, che aveva avuto un’esperienza di milizia politica affine alla sua, in anni in cui veniva promulgata in sede Unesco (senza valore vincolante) la Dichiarazione Universale dei Diritti degli Animali, elaborata dall’etologo René Chauvin, dal fisico Albert Kastler e dal professor George Heuse.
II. Tonino nasce a Pisa il 27 gennaio 1945, nello stesso giorno in cui viene liberato il campo di Auschwitz-Birkenau. La madre è Ernestina Scipioni, il padre Aldo Lucarelli (già ufficiale della Regia Marina) che per oltre mezzo secolo sarebbe stato uno dei più prestigiosi avvocati della città - nel 1943, il fratello Antonio era scomparso su fronte del Don nel corso della guerra di aggressione all’Unione Sovietica, e il suo nome fu imposto a Tonino in ricordo dello zio. Vive un’infanzia gioiosa nella casa di via Santa Maria, da lui sempre amatissima, dominata dalla figura del nonno materno Felice (evocata nello splendido frammento autobiografico “Chi sei?”, scritto da Tonino nell’ultimo anno di vita). Nove anni dopo viene raggiunto dalla sorella, Paola. Studia presso il Liceo Ginnasio Galileo Galilei di Pisa e l’Istituto dei Padri Scolopi di Fiesole, poi si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza. Interrompe gli studi e si sposa con Serena Baldacci; nel 1967 nasce Lucetta, la prima figlia, raggiunta da Franco nel 1972.
Milita nel movimento studentesco e ne Il Potere Operaio di Massa e di Pisa, uno dei gruppi più originali dell’opposizione extraparlamentare marxista, poi dal 1969 in Lotta Continua. Impara a conosce ...[continua]
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