Lo stato nazionale detiene il monopolio della costrizione fisica, ma anche il controllo del territorio (frontiere e interno con esercito e polizia), l’esazione delle tasse, l’erogazione dei servizi essenziali, l’emissione di moneta e i rapporti con l’estero.  Con l’Ue (per quanto incompleta) l’Italia e gli altri paesi dell’Euro, non battono più moneta -e quindi non hanno più il controllo sulla massa monetaria- mentre mantengono il controllo su tassazione, contributi e servizi. Sul controllo dei confini la situazione è di nuovo ibrida: i confini sono confini dell’Ue ma sono gestiti dai singoli stati e, nel caso di arrivi illegali, si applica il trattato di Dublino e quindi vale la legge della responsabilità del porto di primo arrivo. Ora, guardando una mappa, dell’Europa si capisce facilmente perché il Lussemburgo o la Slovenia, per non dire la Slovacchia, non sono quasi mai i porti di primo arrivo.  
In questo iato tra stato federale e nazionale si inseriscono le Ong che traghettano gli immigrati in Italia nel caso specifico. Non parlo qui di rifugiati, anche se molti immigrati si dichiarano tali, pur essendo semplicemente delle persone che cercano una vita migliore. Sovente d’accordo con i trafficanti, le Ong si avvicinano al confine delle acque territoriali e prendono a bordo persone che hanno pagato i trafficanti dagli 8.000 ai 20.000 euro per il passaggio; disperati che fuggono guerre o che cercano un paese per una nuova vita. Chi paga somme come queste sarà disperato ma non è poverissimo. Il recente arresto in Iraq di un grosso trafficante specializzato in Francia e Gb, noto col nome di Scorpion, ha evidenziato nel suo caso un guadagno al netto delle spese di circa 500.000 euro a notte, ovvero un milione ogni due giorni, esentasse. Spesso c’è lo sforzo di tutta una famiglia per pagare, e parte solo uno, magari un minore. Ma non è di questo che vorrei discutere, bensì di quel che succede nel vuoto che si crea quando uno stato nazionale di fatto, se non nelle intenzioni, delega una parte o tutto il controllo dei confini (e quindi di una parte del territorio) a delle organizzazioni non statuali o una parte consistente dei servizi. Cosa succede se l’Ue non si assume i confini come propri? Cosa succede se le Ong sostituiscono lo stato di diritto con lo stato di bontà’? La bontà è volatile, in fondo anche i crociati pensavano che fosse buono liberare la città di Dio. Che senso hanno lo stato di diritto e lo stato sociale in questo contesto? Quest’ultimo si basava sulla fornitura di servizi pagati dalla redistribuzione della fiscalità generale, ma funziona in questo nuovo mondo? La privatizzazione dei servizi non è in genere motivata da bontà ma da ingordigia o da tagli, ma il vuoto che lascia è molto simile.  
Altro problema è che delegando alle Ong e ai trafficanti la questione viene tolta dall’arena politica, così come lo sono i servizi privatizzati. Ricordo che anni fa tradussi per una grossa azienda del settore energetico, che allora aveva interessi statali, il progetto della controversa costruzione di una diga all’estero. Cosa fecero per non dover averne la responsabilità? Un bando molto specifico aperto a Ong e aziende private. In altre parole, il ruolo che svolgono molte Ong, anche innavvertitamente, o le aziende private è quello di rimuovere questi aspetti dalla sfera politica relegandoli in quella morale e pagando meno le persone che ci lavorano. Per esempio, non si discute di quanti e quali migranti, con che diritti, doveri e qualifiche, ma semplicemente migranti sì o migranti no. Sempre anni fa, con un ricercatore della Cisl (io allora lo ero per la Cgil) proponemmo un progetto su diversi settori (colf, edilizia e metalmeccanico) per vedere l’impatto che la manodopera con e senza permesso aveva sulle retribuzioni e condizioni di lavoro, ma ambedue i sindacati non ritennero opportuno studiare la questione.
La bontà (o la cattiveria) non è un sostituto della politica, anche perché non porta su di sé il fardello della responsabilità delle decisioni o delle loro azioni. Porta solo l’ammirazione o la condanna. La sfera politica ormai contiene pochi degli elementi che determinano le decisioni degli elettori/trici. E quindi come ci muoviamo tra privatizzazioni buone e cattive?