a cura di Barbara Bertoncin e Joan Haim
Come la pioggia
Donne marocchine raccontano il loro impegno
Ed. Una Città, 2010
120 pagine
"...Nel paesino dei miei genitori i libri erano "rari come la pioggia”. La mia poi è una famiglia conservatrice, infatti da adolescente non uscivo, non andavo nei locali. Però nella casa della mia infanzia c’era qualcosa di buono: la biblioteca. Avevamo molti libri e io passavo tutto il mio tempo a leggere. Così, pur non potendo muovermi, ho presto maturato uno spirito libero..."
(Dall’intervista a Jamila Hassoune)
"...E alla fine si è come chiuso il cerchio. Sono stata incaricata di seguire un programma di "riabilitazione” delle regioni interessate dalla violazione dei diritti dell’uomo durante gli anni di piombo... Ciò che rende questa iniziativa straordinaria è che per la prima volta, come atto di riparazione, non ci si è limitati a offrire degli indennizzi individuali, ma si è pensato a una forma di riabilitazione anche delle comunità, dei territori..."
(Dall’intervista a Fatna El Bouih)
Un'edizione tutta femminile che proprio lei ci aiutò a organizzare. Il nostro viaggio è iniziato a Marrakech, 30 gradi e un traffico spaventoso e surreale, dove nessuno si ferma davanti a nessuno (neanche davanti ai pedoni), ai Suv possono affiancarsi carretti tirati da asini o cavalli. Le strade sono invase da una quantità inimmaginabile di "petit taxi” - perlopiù vecchie Uno Fiat e Peugeout 205- beige a Marrakech, blu a Rabat, rossi a Casablanca.
Teologhe, professioniste, insegnanti, medici, animatrici di associazioni e cooperative: molte delle donne che abbiamo intervistato ricoprono ruoli prima appannaggio esclusivo degli uomini. Le accumula una sfida, e una responsabilità, importante, quella di trasformare il futuro di cui erano destinate e cosi quello dei loro figli e del loro paese. Il tutto in un difficile equilibrio tra lavoro, famiglia e una società che non sempre è pronta a sostenerle”.
(Dall'introduzione a Come la pioggia)