Se hai visto un po’ la rivista, sai che abbiamo fatto interviste soprattutto a ebrei, anche israeliani, molto critici del governo Netanyahu. Poi, ti leggo sul “Corriere” e immagino che tu non condivida la scelta della rivista...
Quello che ho pensato è che dare la parola agli ebrei israeliani, diciamo di sinistra, critici verso il governo nazionale, sia giustissimo, però, quando si riportano le loro opinioni su un giornale italiano non si tiene conto che mentre per l’intervistato, vivendo nel contesto israeliano, tutta una serie di cose sono scontate, invece per il lettore italiano non lo sono per nulla. A loro arriva soltanto la critica che gli intervistati fanno al loro governo. Questo crea uno squilibrio anche nella valutazione delle sue parole da parte del lettore, che ne ha un’impressione forse diversa da quella che ne avrebbe invece un lettore israeliano che è informato del contesto. Allora di questo forse andrebbe tenuto conto.
Poi, sempre a questo proposito, riportando solo l’opinione degli israeliani di sinistra, si rischia di non chiedersi come mai c’è una maggioranza di israeliani che vota per Netanyahu. Perché? Questa è una domanda importante, posto che la maggioranza degli israeliani che vota per Netanyahu non è finta, perché lì le elezioni sono serie, il gioco democratico è aperto, c’è il dibattito.
Ecco, anche questo viene oscurato: si dà per scontato, cioè, che non si possa che essere contro Netanyahu, che l’essere a favore di Netanyahu è di per sé privo di buone ragioni, mentre invece ci sono forse anche delle buone ragioni per chi sostiene Netanyahu. O no? Io penso di sì, per forza, perché, lo ripeto, in quelle elezioni non c’è coazione, uso della forza, non c’è il partito unico di Netanyahu che alle urne porta elettori irregimentati.
Questo è un primo punto importante. Un altro punto è questo: ho letto con interesse tutto l’elenco molto dettagliato delle distruzioni di case che vengono fatte nei territori occupati dall’esercito israeliano a vario titolo, per rappresaglia, per punizione, eccetera. Un elenco molto puntuale. Ma mi sono chiesto: “una città” ha mai pubblicato un elenco puntuale dei missili che ogni giorno per anni sono caduti su Israele, ha descritto dove sono caduti e se hanno fatto dei feriti o dei morti? Sono stati migliaia e migliaia. Ma a noi pare del tutto ovvio che un paese riceva normalmente migliaia e migliaia di missili? Forse non è del tutto normale. E perché allora non pubblicare dove e con quale cadenza sono caduti sul territorio israeliano in un anno? Io lo so che tutto questo è fatto senza nessuna malizia, ma mi domando anche se questo sia un’attenuante o piuttosto un’aggravante. Perché se è fatto con malizia, si vuole a tutti i costi imporre al lettore una presa di posizione quindi si usano tutti i mezzi, la cosa in un certo senso è chiara, ma se è fatto senza malizia vien da chiedersi perché. Per esempio, nell’ultimo numero ho letto l’articolo di Battini, dove si parla dei “corpi dei bambini consumati dalla fame”. Ma, insomma, si è visto mai un solo bambino emaciato dalla fame, in tutti questi mesi? Tu l’hai visto? La cosa della carestia è una pura invenzione. I prigionieri arabi nelle mani degli israeliani si dice che vengano torturati, angariati, ma perché allora Hamas non ha mai fatto una conferenza stampa mostrando i corpi di qualcuno di questi prigionieri? Ne sono stati rilasciati migliaia e migliaia via via nel corso degli anni, negli ultimi giorni almeno due o tremila. Se fossero stati in condizioni simili a quelle, che invece abbiamo visto, degli ostaggi usciti da Gaza, Hamas si sarebbe persa questa fantastica occasione pubblicitaria?
Infine pongo un’ultima questione: quello che sta accadendo negli ultimi giorni non è la dimostrazione che se Hamas rilascia gli ostaggi cessano i bombardamenti? Che quindi se lo faceva prima quei bombardamenti sarebbero cessati prima? Non pensi che in qualunque momento Hamas avesse liberato gli ostaggi per Israele sarebbe diventato impossibile continuare a bombardare Gaza? Ma poi: che diritto aveva Hamas di tenere quegli ostaggi?
Ecco, queste sono questioni che vorrei vedere affrontate.
Capisco bene e posso essere d’accordo, bisognerebbe andare là e intervistare anche “gli altri” israeliani, ma forse c’è anche un fatto ...[continua]
Esegui il login per visualizzare il testo completo.
Se sei un abbonato online, clicca qui accedere, oppure vai alla pagina Abbonamenti per acquistare l'abbonamento online.
Gli abbonati alla rivista hanno diritto all'abbonamento online gratuito!