La prima immagine è quella con la quale siamo già abituati a considerare l’epopea del Nord America: fondamentalmente una conquista militare. Essa si basa su un presupposto: si tratta di conquistare un territorio poco abitato ed i pochi abitanti sono tutti molto feroci. Da questo presupposto nasce la necessità di equipaggiarsi e di andare con un corpo di spedizione - che può anche avere un nucleo protetto di persone con compiti, successivamente, di organizzazione della vita civile - il quale soprattutto ha una organizzazione militare: è quindi un corpo di spedizione militare e come tale deve essere dotato di armi e di riserve di viveri; deve poter imporre una struttura e aver presente che occorre prepararsi più che ad incontri a degli scontri. L’idea degli abitanti che questo corpo di spedizione ha è che certo essi sono pochi, ma quei pochi possono riservare delle sorprese sgradevoli, che sono animaleschi e hanno le furbizie e le astuzie degli animali. Sono animali sconosciuti, e quindi occorrono particolari attenzioni, non bisogna farsi ingannare da aspetti e miti che potrebbero nascondere trappole. Questa è l’epopea del West di cui ci siamo alimentati; è un’epopea che ha mitologie piacevoli e io stesso vivo gli spettacoli cinematografici e i racconti del West come appassionanti. C’è poi un’altra immagine, conosciuta attraverso la letteratura americana francofona, quella che, in francese, è chiamata dei “coureurs des bois” (di coloro che camminano nei boschi). Credo che sia utile dire che il francese - e non sembri una pignoleria filologica - usa due termini: “bois” e “forêt” (bosco e foresta), con una distinzione che un tempo (ora lo è di meno, ovviamente) era molto comune: tutti sapevano che dicendo “bois” ci si riferiva ai boschi di tutti, mentre con “forêt” si intendevano i boschi del re. “Coureur des bois” indicava quindi che si parlava di boschi non di proprietà del re, ma di altri o di tutti. Il coureur des bois non aveva una organizzazione, era individualmente collegato a compagnie commerciali, non era uno studioso, non era un benefattore, non era un filantropo e aveva, rispetto alla prima immagine, un altro modo di conoscere, di entrare in un territorio di cui non sapeva nulla. Aveva anche un bagaglio leggero. Questa è una bella immagine: avere bagaglio leggero vuol dire non appesantirsi, non partire con grandi riserve e ciò significa avere presupposti diversi da quelli precedenti. Vuol dire che si pensa di andare in un territorio in cui ci sono abitanti, si presuppone che si possa fare amicizia ed essere aiutati da chi quel posto conosce. Perché il coureur des bois non conosce: dovrà conoscere, il suo compito commerciale è quello di conoscere. Per raggiungere tale scopo dovrà entrare in contatto e farsi accogliere da popolazioni che hanno loro conoscenze e sapienze per riuscire a vivere in quel territorio, per potersi alimentare, per coprirsi, per far fronte ai cambiamenti di stagione e alle insidie, per tutto ciò, insomma, che un abitante di un posto sa e che uno straniero ignora.
Ed è andata così: i coureurs des bois sono entrati nei territori del Nord, per esempio nei territori degli Irochesi, e hanno fatto amicizia, hanno ricevuto un’accoglienza e un’ospitalità che si è tradotta nella possibilità di passar l’inverno nei villaggi. La semantica della parola “villaggio” è un po’ degradante: è usata per esprimere un senso di provvisorio, qualcosa senza strutture, ma per gli Irochesi non era così, i loro erano veri e propri paesi. Tra l’altro la parola “village” si usa, in francese, anche per indicare un paese con sindaco. Questa permanenza nei villaggi ha avuto una conseguenza piuttosto divertente, che ha portato i primi antropologi a prendere qualche cantonata. Infatti, i primi antropologi che studiarono gli usi e costumi delle popolazioni di questa zona della terra, nel raccogliere le mitologie, i racconti popolari, le favole, scoprirono degli elementi che erano comuni alle favole e ai racconti popolari dell’Europa e ne traessero la convinzione che vi fossero elementi universali!
Fu poi chiarito che non era così, o che, per lo meno, non era un’ipotesi certa. Essi erano sicuramente più che altro il prodotto dell’intreccio e dello scambio che avveniva fra il coureur des bois e il villaggio in cui si fermava. Si mescolavano ...[continua]
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