5 marzo 1953 - Morte di Stalin. Direzione collegiale di Malenkov, Beria e Molotov nell’Unione Sovietica. Malenkov preannunzia una politica di incremento della produzione di beni di consumo.
17 giugno 1953 - Insurrezione operaia a Berlino-Est.
27-28 giugno 1953 - Direzione collegiale in Ungheria, dove Rakosi è affiancato nella segreteria del partito da Acz e Beg.
2 luglio 1953 - Dimissioni del governo presieduto da Rakosi.
4 luglio 1953 - Il comunista Imre Nagy forma il nuovo governo e promette l’abbandono della collettivizzazione agricola forzata, l’incremento della produzione di beni di consumo a scapito della costituzione di una grande industria pesante (di cui mancano le premesse), un miglioramento del tenore di vita, più libertà. La cultura riprende la sua autonomia, che nessuna involuzione potrà più reprimere. In un regime senza opposizione gli intellettuali diventano la voce critica delle masse popolari.
8 febbraio 1955 - Malenkov si dimette, confessando che è stato un errore abbandonare lo «sviluppo al massimo grado» dell’industria pesante.
4 marzo 1955 - Il Comitato centrale del partito dei lavoratori ungheresi condanna le «posizioni deviazioniste di destra, antimarxiste e opportuniste» di Nagy perché questi ha «minimizzato la fondamentale funzione dell’industria pesante».
14 aprile 1955 - Nagy è esonerato da ogni funzione di partito.
18 aprile 1955 - Nagy è esonerato dalla carica di Primo ministro ed è sostituito da Andras Hegedus, il quale s’impegna il giorno dopo a sviluppare l’industria pesante e a ricominciare la collettivizzazione dell’agricoltura.
21-22 maggio 1955 - Gli scrittori Gyula Hay, Tamas Aczel e Tibor Dery iniziano la campagna contro la «burocrazia intellettuale», ossia contro il controllo del partito sulle attività culturali.
10 novembre 1955 - Sessantaquattro scrittori comunisti aderenti alla Federazione degli scrittori ungheresi difendono, in un manifesto indirizzato al Comitato centrale del partito, la politica liberale di Imre Nagy, deplorano i metodi coercitivi tornati in vigore contro la cultura e invitano il Comitato centrale a porre fine ai metodi antidemocratici.
10 dicembre 1955 - Dopo avere tentato invano di ottenere una serie di ritrattazioni, il Comitato centrale comunista condanna l’azione degli scrittori e minaccia di espellerli dal partito.
25 febbraio 1956 - Rapporto segreto di Kruscev al XX congresso del Pcus.
15 marzo 1956 - Rakosi condanna il culto della personalità in Ungheria.
30 marzo 1956 - L’assemblea della Federazione degli scrittori ungheresi critica il governo, il partito e Rakosi e, con 103 voti contro 2, elegge un proprio candidato alla segreteria generale della Federazione contro il candidato presentato dal partito.
18 giugno 1956 - Seimila intellettuali, dirigenti comunisti, funzionari dello Stato, studenti e ufficiali si riuniscono a Budapest per iniziativa del Circolo Petofi. La vedova di Rajk accusa Rakosi di avere causato la morte del marito.
27 giugno 1956 - Nuova riunione del Circolo Petofi, dove si acclamano l’indipendenza del comunismo ungherese e il nome di Imre Nagy.
28 giugno 1956 - Sciopero generale a Poznan (in Polonia) per protestare contro le norme di lavoro. Repressione armata. Sommossa popolare: «Pace, libertà, indipendenza!». 38 morti, 270 feriti.
30 giugno 1956 - Il Comitato centrale del partito dei lavoratori ungheresi condanna le «opinioni controrivoluzionarie borghesi» sostenute al Circolo Petofi.
18 luglio 1956 - Rakosi si dimette da Primo segretario del partito «per ragioni d’età» (non ha che 64 anni) e per i suoi errori «nel campo del culto della personalità e della legalità socialista». È sostituito da Erno Geroe, noto anch’egli come staliniano.
30 luglio 1956 - Il Primo ministro Hegedus allarga il suo governo e promette più pane e più libertà. Gli stalinisti sono eliminati dalle cariche culturali nel partito e nel governo.
17 settembre 1956 - Il congresso della Federazione degli scrittori ungheresi elimina gli stalinisti anche moderati dalle cariche direttive. Il nuovo presidente, Peter Veres, chiede la piena libertà d’espressione per tutti gli scrittori, siano o no iscritti al partito. Gyula Hay afferma ch ...[continua]
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