Roberta Scalone e Fabio Rocco sono i maestri della classe 4B della Scuola Primaria Giovanni XXIII di Padova. Il Geoblog di cui si parla nell’intervista può essere raggiunto all’indirizzo brescale.wordpress.com; il libro scritto dai bambini si intitola Fogli di viaggio. Bambini poetici viaggianti, Libreria Pangea, Padova.

La Stanga è un quartiere difficile, noto in tutta Italia per il "muro di via Anelli”.
Fabio. È nel periodo tra le due guerre mondiali che il quartiere Stanga assume una connotazione precisa. Si tratta del primo nucleo industriale della città, nato intorno ad aziende importanti, come Officine Meccaniche Stanga (Oms), Snia Viscosa, Rizzato e Morassutti. Le Officine Meccaniche Stanga, insediate fin dal 1907, producevano vagoni e motrici per il trasporto su rotaia. Nei primi anni Settanta lo stabilimento fu spostato in zona industriale, per chiudere nel 2003. Le Oms hanno rivestito un’importanza cruciale anche per la storia del movimento operaio padovano. Cuore pulsante della resistenza cittadina, con un percorso poco noto ma rilevantissimo, diventano famose per i 37 giorni di sciopero del 1957. Tra il 1987 e il 2013 sono stati accertati settantasei casi di mesotelioma provocato dall’amianto tra i lavoratori delle Oms, per la gran parte risultati fatali. Negli anni Venti emerse anche quella che fino al dopoguerra fu la più rilevante impresa industriale a Padova, la Snia Viscosa. La fabbrica era formata da una parte "chimica”, che trasformava la cellulosa in una specie di pasta filosa, e di una parte "tessile”, dove questa era ridotta in fibra. Il processo con cui si otteneva il prodotto era caratterizzato da una notevole tossicità. Accanto alla Snia c’era la Rizzato, azienda produttrice di biciclette. La vocazione "ciclistica” della città si deve anche alla presenza di questa storica azienda cittadina. Un caso particolare fu quello di Morassutti. Rappresentò la prima esperienza padovana di commercializzazione di massa. Oggi al suo posto si trova il primo centro commerciale della città, il Giotto, risalente al 1989, apripista della grande distribuzione nel Veneto. Fu calamita di altri centri e aree commerciali che occuparono tutta la zona a cavallo della via principale di uscita dalla città, via Venezia. Oggi si sente dire che il Giotto potrebbe chiudere i battenti, aprendo un nuovo enorme squarcio in questa area urbana. Attorno agli insediamenti industriali crebbe un quartiere operaio densamente popolato (le cosiddette "case minime”). Tutte queste aziende hanno lasciato il segno nella storia di Padova, sono diventati luoghi simbolici. La prima zona industriale cittadina, il primo agglomerato urbano "dormitorio”, la prima area commerciale: la Stanga è da un secolo un avamposto di ciò che poi accade nel resto della città. E continua tuttora a esserlo. La città ha con questo quartiere un debito enorme, fatto di ricchezza ricevuta, in cambio di lavorazioni nocive, prima, e di degrado poi. Un debito mai saldato. Adiacente al centro storico e a zone di più antico popolamento come il Portello, il quartiere vede dal dopoguerra crescere attorno a sé realtà importanti: la nuova zona industriale a meno di un chilometro, che darà ulteriore popolazione operaia alla Stanga, poi la Fiera verso ovest e il casello autostradale a nord-est.
Con la prima crisi dell’industria manifatturiera negli anni settanta i grandi stabilimenti industriali furono chiusi oppure spostati. Di fronte al diradarsi del tessuto operaio e al trasferimento della produzione il quartiere cambia volto: gli studenti universitari arrivano a popolare le case dei lavoratori, nel frattempo migrati in altre zone. Nel giro di una decina d’anni si sviluppano un grande complesso residenziale (al posto delle Oms), una zona commerciale a cavallo di via Venezia e un polo direzionale che è ancora oggi il più importante della città: Padova Uno. Dai primi anni Novanta la zona si popola di migranti stranieri di ogni provenienza, diventando il quartiere "immigrato” più densamente popolato della città. Questo crea nuove contraddizioni. Il caso più noto alle cronache è via Anelli. La lotta al traffico di droga nel Prato della Valle, a fine anni Ottanta, aveva lasciato un vuoto nei luoghi fisici dello "spaccio”, vuoto ben presto occupato dalla Stanga, dove oltre alla vendita si trovava il centro di smistamento degli stupefacenti: proprio in via Anelli, nel complesso "Serenissima”. Era un luogo strategico: facilmente accessibile dal casell ...[continua]

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