Orlando Henao, colombiano di origine, ha lavorato con la Fao e l’Ue sugli aiuti allo sviluppo, facendo anche lunghe permanenze in Africa. Negli ultimi anni ha partecipato a dei gruppi di riflessione sulla questione agraria e i problemi della droga per contribuire all’accordo di pace con le Farc. Vive tra Bruxelles e la Francia.

Tu hai seguito molto da vicino il processo che ha portato all’accordo con le Farc in Colombia. Puoi raccontare?
Ho lasciato la Colombia negli anni ’68-’69 e sono andato in Francia, dove ho fatto un dottorato in economia dello sviluppo proprio sulla struttura agraria colombiana, che già allora era considerato un fattore di blocco dello sviluppo del paese. Completata la tesi, non sono più ritornato a vivere in Colombia. E però, quarant’anni dopo, mi sono trovato coinvolto in questo processo di pace, dove il tema principale è di nuovo la terra, la struttura della proprietà della terra.
La prima cosa che ci tengo a sottolineare è che all’origine delle organizzazioni di guerriglia, non solo le Farc, c’è la terra. All’epoca in cui la Colombia era impregnata di ideologia e nel pieno della guerra fredda, c’erano i maoisti, i castristi, i trozkisti, c’era la linea di Mosca, la linea di Pechino, ecc. Le Farc si sviluppano in questo contesto, ma non nascono per ragioni ideologiche. All’inizio c’è un gruppo di contadini che negli anni ’58-’59 si mettono insieme per reclamare della terra da lavorare. In quegli anni la terra era concentrata in pochissime mani, il 60% apparteneva all’1% della popolazione. Parliamo di una delle più grandi concentrazioni di proprietà fondiaria al mondo. I contadini da tempo chiedevano una riforma, ma poiché lo stato non dava seguito alle loro rivendicazioni, a un certo punto hanno deciso di prendere le armi e di provare di farsi giustizia da soli.
A poco a poco anche le Farc sono state prese nell’ingranaggio ideologico e hanno trovato l’appoggio dei paesi dell’Est, la Germania orientale, l’Unione sovietica e Cuba. Il movimento via via ha preso forza, e tuttavia, anche se vi hanno aderito degli intellettuali, è rimasto sempre fondamentalmente rurale: i suoi appartenenti non venivano dalle grandi città, ma dai piccoli villaggi o dalla campagna. Grazie alle armi arrivate dall’Unione sovietica e da Cuba, in seguito le Farc hanno sviluppato una vera strategia politica e militare, diventando un esercito del popolo e contadino.
Poi è arrivata la cocaina...
A metà degli anni Ottanta la cocaina ha cominciato a diventare un mezzo per finanziare la lotta armata. Inizialmente le Farc si sono organizzate per far coltivare ai contadini la coca da vendere ai narcotrafficanti. In seguito si sono resi conto che il valore aggiunto era molto ridotto rispetto alla possibilità di farsi carico dell’intero processo di raffinazione della coca. E così hanno rapidamente conquistato il controllo su tutta la catena produttiva, dalla coltivazione di coca fino alla produzione di cocaina. Questo ha fornito loro i mezzi per sviluppare ulteriormente il loro esercito. A un certo momento le Farc contavano circa 20-25.000 uomini armati (oggi sono circa 10.000) che occupavano buona parte del territorio.
All’epoca c’erano dei territori occupati e controllati direttamente dalle Farc, che tra l’altro imponeva una tassazione alle popolazioni. Altri territori erano, diciamo, destabilizzati da una presenza intermittente delle Farc. In totale parliamo di circa il 40% del territorio. Dobbiamo considerare che per molti anni la gente non ha potuto uscire dalle città. La mobilità era diventata impossibile. Quando Uribe è arrivato al potere ha militarizzato il paese, soprattutto le strade permettendo alle persone di tornare a circolare. È questo che l’ha reso così popolare, anche se non ha fatto praticamente altro, tanto meno delle riforme. Quando ha lasciato il potere aveva il 75% del consenso, oggi vanta un 40-45%. Ma è un uomo nefasto.
Il successo delle Farc è stato dovuto anche alla configurazione geografica del paese, attraversato da nord a sud dalla cordigliera delle Ande, che fino all’Ecuador costituisce un’unica massa, per poi dividersi in tre catene di montagne in Colombia, con cime che arrivano quasi a seimila metri; un contesto quindi molto propizio per la guerriglia.
È il motivo per cui un esercito di quasi mezzo milione di uomini non è riuscito a sconfiggere un piccolo esercito di guerriglieri.
Tornando alla domanda, la cocaina era la fonte di finanziamento principa ...[continua]

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