D. T. è stato in Chiapas nella seconda metà dell’anno scorso e vi tornerà fra poco per fermarvisi molti mesi. Per questo ha chiesto di non rendere noto per intero il suo nome.

Puoi raccontarci del tuo viaggio in Chiapas?
Io sono membro del “Progetto libertario Flores Magon” (Ricardo Flores Magon fu, con Emiliano Zapata e Pancho Villa, tra i protagonisti della rivoluzione messicana del 1910-1928. Fondatore del Partido Liberal Mexicano, delineò una forma originale di socialismo libertario fondendo elementi dell’anarchismo europeo ed elementi dell’organizzazione sociale e della cultura delle popolazioni tribali messicane. Ndr), un gruppo che da un paio di anni si interessa della ribellione in Chiapas. In questo periodo abbiamo preso dei contatti con gli zapatisti e in seguito abbiamo deciso che un paio di noi andassero là, cercando di capire, con umiltà ma anche tenendo gli occhi molto aperti, quel che sta succedendo.
Siamo rimasti in Chiapas due mesi, facendo esperienze molto significative sia dal punto di vista strettamente politico che da quello umano.
La prima cosa di cui ci siamo resi conto è che non si può capire la realtà del Chiapas se non la si situa nella realtà messicana, che è molto frammentata ed in grande cambiamento. Politicamente il Messico è, come gli Stati Uniti, una repubblica federale la cui capitale, Città del Messico, è un distretto autonomo, come Washington. La prima cosa che caratterizza la situazione messicana è proprio l’enormità della capitale, che ha venticinque milioni di abitanti, cioè un quarto dell’intera popolazione messicana. Il nord del Messico è molto ricco, almeno per gli standard centroamericani, e molto industrializzato; mentre il sud -e soprattutto gli Stati del Chiapas, del Guerrero, di Oaxaca, del Morelos- è essenzialmente basato su un’agricoltura ancora feudale o di pura sopravvivenza e quindi è poverissimo, è sicuramente “Terzo mondo”. Sostanzialmente, quindi, la realtà messicana è caratterizzata da grandi disparità, con un enorme numero di poveri, veramente dei disperati, una minoranza ricchissima e ristrettissima e una classe media forte politicamente e socialmente. Gran parte di questa classe media è formata dall’enorme burocrazia costituita dal regime social-statalista del Pri (Partido Revolucionario Istitucional), che è durato più di settant’anni e che, come la nostra Democrazia Cristiana, si è mantenuto al potere con la corruzione, distribuendo i posti pubblici e ingrossando l’esercito. L’adesione del Messico al Nafta -il trattato di libero commercio che unisce Stati Uniti, Canada e Messico- ha aggravato ulteriormente la situazione perché va abbastanza bene per il nord messicano, ma aggrava ulteriormente il problema del sud, che non può competere con gli enormemente più forti Usa e Canada.
A muovere ancora di più la situazione c’è poi il fatto che nelle recenti elezioni presidenziali il Pri è stato finalmente sconfitto, ma a vincere è stato Vicente Fox, leader del Pan (Partido de Aleancia Nacional), un partito di destra. Fox è stato presidente della Coca Cola messicana -va ricordato che, dopo gli Stati Uniti, il Messico è il più grande consumatore di Coca Cola del mondo- ed il suo programma è basato su un liberismo radicale, con al centro il progetto di riforma, che di fatto significa distruzione di quel poco di stato sociale che il Pri era stato costretto a costruire sia per garantirsi il consenso sia perché ereditava qualche avanzo della demagogia rivoluzionaria. Nonostante questo programma di destra, Fox ha avuto un appoggio larghissimo e carico di speranze perché è stato il primo candidato in settant’anni ad avere delle serie possibilità di mandare a casa il Pri, come è infatti successo. A contribuire alla vittoria di Fox è poi stato anche il fallimento della sinistra, rappresentata soprattutto dal Prd (Partido de la Revolucion Democratica), guidato da Cuahuatemoc Cardenas, figlio di quel generale Cardenas che fece le nazionalizzazioni petrolifere e una riforma agraria negli anni ‘30-‘40. La delusione nasce dal fatto che dopo la vittoria alle elezioni amministrative, che l’ha portato a governare Città del Messico, ha tenuto un comportamento vergognoso: sostanzialmente ha occupato delle cariche senza nemmeno provare a realizzare la politica sociale che aveva promesso. Per dare un’idea del livello del fallimento della sinistra, a Città del Messico la sua amministrazione viene ricordata solo per i concerti gratuiti allo Zocalo, la piazza pri ...[continua]

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