Ho iniziato a 24 anni. Mi sono presentato alle amministrative del ‘99 con una lista civica, “Colorno Futura”, formata da giovani come me, tutti orientati a sinistra, ma senza tessere di partito o esperienze politiche particolari alle spalle. Semplicemente volevamo mettere in piedi qualcosa di diverso e di nuovo. Fino ad allora, i luoghi dove si faceva politica, a Colorno, erano chiusi ad un certo tipo di idee, ai temi ambientalisti o della partecipazione. La lista è andata a scontrarsi con gli schieramenti tradizionali, sia del centrosinistra che del centrodestra, e ovviamente abbiamo perso. Però abbiamo preso il 10,6%, ovvero 500 voti. Insomma la sconfitta alla fine è stata anche un buon successo, e io mi sono ritrovato consigliere comunale. A quel punto, la nostra prima riflessione è stata: “Cerchiamo di non gettare alle ortiche tutto l’entusiasmo che si è creato attorno alla nostra esperienza”.
Però, all’inizio, il Consiglio comunale è stata un’esperienza un po’ allucinante. C’erano difficoltà ad ogni passo, a leggere un bilancio, a capire le carte, ad entrare nel merito delle cose che si votavano di volta in volta. Ero un consigliere comunale dell’opposizione, in un Comune piccolo, solo e senza nessuna idea della complessità della macchina politico-amministrativa.
In quegli anni abbiamo presentato una quantità di progetti; ci piaceva un’idea, pensavamo che avesse un senso, la si presentava, punto. Non è detto che siccome sei all’opposizione ti devi limitare ad alzare la mano e votare contro... Abbiamo pure creato un’associazione, che abbiamo chiamato anch’essa “Colorno Futura”, con l’obiettivo di sostenere dall’esterno, con banchetti, raccolta firme, campagne di sensibilizzazione, tutte le iniziative che proponevamo all’interno del Consiglio comunale, per esempio sull’ambiente.
Circa un anno e mezzo dopo abbiamo creato un’altra associazione, “Cantieri Sociali”, con l’obiettivo, più concreto, di realizzare quei progetti che il Consiglio comunale ci rifiutava. Un po’ per provocazione, un po’ per dimostrare che le proposte non erano così strampalate, ce le mettevamo in piedi da soli.
Una delle proposte che ha funzionato meglio, che penso abbia avuto una ricaduta sul territorio, è stato il “Taxi sociale”, un servizio per accompagnare gli anziani ultrasessantacinquenni a fare la spesa o le visite mediche, o anche solo al circolo ricreativo. L’iniziativa ha avuto un successivo incredibile, clamoroso. Ed era assolutamente volontaria, realizzata con mezzi propri e nei ritagli di tempo. Però eravamo in tanti…
Ora il servizio viene proseguito dall’Auser in convenzione col Comune, anche se magari viene realizzato in maniera meno libera, più rigida, e a costi più alti. Noi eravamo disponibili anche la domenica... E probabilmente il rapporto umano con noi era più bello, poteva capitare che un ragazzo si affezionasse a un anziano o a un’anziana, che poi chiamava solo lui… Adesso soluzioni di questo tipo non sono più pensabili. Resta la soddisfazione di aver fatto emergere un bisogno e di averlo soddisfatto.
Alle ultime elezioni c’è stato un rimescolamento, noi ci siamo presentati insieme al centrosinistra, la Margherita è passata col centrodestra. Abbiamo vinto e ora sono assessore, ho le deleghe alla scuola, alle attività formative ed educative, alle politiche giovanili e allo sport. Già in campagna elettorale avevamo annunciato che una volta eletti avremmo iniziato un percorso di partecipazione, di apertura alla cittadinanza; volevamo che fosse il tema fondamentale del nostro contributo politico. Eppure, quando ci siamo insediati, nessuno, né l’opposizione né chi ci aveva dato il voto, credeva che avremmo mantenuto davvero la promessa. C’è stato, come dire, un po’ di stupore.
Già dopo poche settimane dall’insediamento della Giunta, col rappresentante di Rifondazione, che ha la delega al bilancio partecipativo, abbiamo avviato un percorso formale per arrivare a tale meta. Abbiamo iniziato facendo una serie di incontri perlustrativi -ne abbiamo già fatti otto- dividendo il paese per quartieri e per frazioni, per monitorare il territorio e capirne esigenze e problemi.
E’ stato un percorso abbastanza importante, al quale hanno partecipato circa trecento cittadini -che più o meno è la media per questo tipo di progetti, anche in Comuni più grandi d ...[continua]
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