Come nasce questa passione per la calligrafia?
C’è un giorno preciso che è importante. Tornavo da un colloquio con una grande azienda e decisi di non andare a fare il lavoro che mi avevano proposto.
Era in Olanda ed era un lavoro importante. Al ritorno trovai una vecchia cartoleria che vendeva delle penne e iniziai a scrivere, così, proprio in treno, 13-14 anni fa. Dopo iniziai a cercare qualcosa… Nel nostro paese c’è l’Associazione calligrafica italiana. Mi rivolsi anche a loro.
Erano veramente dieci gatti con dei corsi con maestri internazionali bravi. Ho iniziato a farne uno, poi un altro, poi un altro. Le mie prime penne le ho comprate in Olanda. Ho fatto vari corsi con maestri italiani e anche stranieri, poi tre anni e mezzo fa circa c’è stato un momento professionale difficile. Io lavoravo nel mondo della moda, ero consulente per grandi aziende, la Ferrero, la Ferrari, sempre insieme a Daniele di Montezemolo, questi grandi gruppi... Il momento era di grande pressione. Seguivo i lavori all’estero, Estremo Oriente, Indonesia, Malesia, ero stata anche in Cina per tanto tempo... E in tutti i momenti liberi scrivevo. Però non avevo mai pensato che avrei potuto vivere di quello, perché non mi sono mai sentita all’altezza, dico la verità.
Fino a quando ho avuto un po’ di problemi, proprio di comprensione, con un paio di aziende. E’ stato allora che mi è venuta l’idea di mollare, sebbene avessi uno stipendio che era decisamente interessante. L’ho fatto e ho iniziato a studiare calligrafia, a studiarla seriamente, mattina pomeriggio e sera, a fare corsi con i più bravi.
Ho dovuto anche capire cosa mi piaceva. Ho così trovato questo carattere che mi piaceva moltissimo, l’ho studiato con un maestro inglese, che dopo un anno mi ha detto che non sapeva più cosa insegnarmi e mi ha mandato a New York. Mi ha fatto conoscere Paul Shaw, questo calligrafo americano, e sono andata in North Carolina (con 300 euro in tasca) a fare un corso all’università ed è stato bellissimo: dieci giorni con persone che studiano tantissimo e il calligrafo della Casa Bianca, Michael Sull, bravissimo.
La Casa Bianca ha un calligrafo?
La Casa Bianca ne ha sei, per tutti quelli che sono gli scritti formali. In Italia nel 1500 la cancelleria papale aveva i propri calligrafi, i de’ Medici avevano i propri calligrafi e così le varie famiglie importanti: ognuna aveva il proprio calligrafo. Ad esempio, il carattere che sto insegnando ai ragazzi della scuola di Forlì è l’Italico, creato dal calligrafo della cancelleria papale, Niccolò Piccoli.
Anche se poi si aspetta fino al Cinquecento per avere il primo manuale di Italico. A farlo è Ludovico degli Arrighi, di Vicenza -detto appunto “il vicentino”- e il suo manuale di calligrafia italica viene utilizzato in tutta Europa fino al Settecento.
Poi arrivano le punte più sottili e si cominciano a fare corsi in inglese perché è là, in Inghilterra e in Olanda, che c’è il vero commercio, lo scambio, le navi e quindi tutta la scrittura dello scambio, del commercio si sposta a Nord.
Comunque, come dicevo, sono andata negli Stati Uniti, ho fatto un corso bellissimo, ho incontrato persone molto più preparate di me, e soprattutto sono tornata a casa con i suggerimenti di un grande maestro. Sei mesi dopo mi hanno ammessa al corso di perfezionamento che solitamente si fa dopo quattro-cinque anni. Ma avevo lavorato veramente tanto. Così sono riuscita ad avere questo diploma importante, per questo carattere che qua non conosce nessuno e che per me è il carattere più bello. E’ pieno di segni sottili, di pressioni, linee ascendenti, linee discendenti, grandi giri di braccia, di mano, è molto acrobatico come carattere. E’ lo Spencerian di Platt Roger Spencer, del 1820, che nasce proprio in Ohio, dove sono andata.
Ci si specializza su un carattere solo?
I caratteri sono tanti, la loro storia affonda nella storia delle popolazioni. Noi italiani, per esempio, nasciamo come calligrafia dalla scrittura fenicia.
Come si sceglie un carattere? Probabilmente è il carattere che sceglie te. Io conosco delle persone che sanno anche farli tutti. In Italia c’è Giovanni De Faccio (che poi è scappato via dall’Italia e vive in Aus ...[continua]
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