Una Città268 / 2020
luglio-agosto-settembre


“Una scuola che si organizzi come comunità di lavoro... in cui tutti lavorano effettivamente, in cui a turno devono essere esplicate dagli scolari medesimi le diverse mansioni, a cominciare dalle più umili (pulizia dei gabinetti e delle aule, lavori di cucina per la preparazione della refezione, rigovernatura ecc.), è una scuola di spontaneo disciplinamento esteriore ed interiore, che a lungo andare abitua all'amore per il lavoro, all'esattezza, alla pazienza, all'osservazione attenta e scrupolosa, alla lealtà, alla fraternità... E soltanto dall'esercizio della vita in comune devono nascere le occasioni del sapere. Da essa rampollano ininterrottamente difficoltà e quesiti, che occorre risolvere... l'unico sapere effettuale è quello che nasce dalla soluzione concreta di problemi concreti. Si impara più aritmetica nel disbrigo degli affari di una comunità, che negli esercizi obbligati... Le uniche soluzioni che promuovono efficacemente l'intelligenza e le altre attività spirituali sono le soluzioni cui ci costringe quotidianamente l'esercizio della vita collettiva”.
Ernesto Codignola (“La Nuova Europa”, n. 22 - giugno 1945)
luglio-agosto-settembre 2020

E-ducare
Una buona pratica a Ponticelli, Napoli
Intervista a Cesare Moreno

L’archivio dei tweet
Su internet, reti sociali e democrazia
Intervista a Massimo Mantellini

Portarsi in giro il proprio corpo
Un percorso terapeutico per curare l’anoressia
Intervista a A.M.

Le proposte dei centocinquanta
Sull’esperienza di un’assemblea di cittadini francesi
Intervista a Loïc Blondiaux

Se non noi, i nostri figli...
Sul coraggio della popolazione di Mbobero, Congo
Ursule Vitali

Imparziale, ma non neutrale
Su epidemiologia e altro
Intervista a Benedetto Terracini

Addio Wojciech
In memoria di Wojciech Karpinski
Intervista a Francesco Cataluccio

Nell’autunno del 1972 a Varsavia...
Wojciech Karpinski

John Dewey e l’individuo democratico
Alfonso Berardinelli

Una “nuova normalità”
Ilaria Maria Sala

Spendere, spendere, spendere
Belona Greenwood

Tre tamponi a famiglia
Emanuele Maspoli

Sul referendum
Vittorio Gaeta

Armine
Wlodek Goldkorn

Trump e una breve storia del male minore
Stephen Bronner

L’importante è cominciare
Gianpiero Dalla Zuanna

Vita, e non più solo esistenza
Saul Alinski

La visita è alla tomba di Pietro Chiodi
 
La copertina è dedicata a Helin Bolek e a tutti i prigionieri politici morti nelle carceri turche per sciopero della fame: Ebru Timtik, Ibrahim Gökcek, Mustafa Kocak; all’iraniana Nasrin Sotoudeh, condannata a 38 anni e sei mesi e 148 frustate e dall’11 agosto di nuovo in sciopero della fame  e a tutti i detenuti politici perseguitati in Turchia, in Iran, in Russia, in Cina, in Arabia Saudita, in Bielorussia, eccetera; sono regimi odiosi che, approfittando dell’ignavia dei paesi democratici alle prese coi loro commerci, praticano apertamente l’omicidio politico e dettano legge sulla scena internazionale. E quel che è peggio è che anche le democrazie sono attraversate da correnti autoritarie. In questa situazione ciò che sarebbe necessario, e cioè un nuovo internazionalismo democratico, capace di esercitare persuasione e solidarietà ma anche una forte dissuasione tramite sanzioni economiche e deterrenza militare, sembra sempre più un sogno irrealizzabile.

Qui a fianco raccontiamo della nuova impresa che tentano i maestri di strada napoletani: recuperare una scuola abbandonata nel quartiere più abbandonato di Napoli per farne un centro “e-ducativo”, che sappia portar fuori, cioè, dalle condizioni esistenti i ragazzi, valorizzando i loro talenti sepolti e facendoli diventare dei cittadini indipendenti, orgogliosi, e non dei sudditi. Un’impresa, quella dei maestri napoletani, esemplare, che tutti dovremmo sostenere. Un esempio di nuova “casa del popolo”.

Al periodo di euforia iniziale per le enormi potenzialità di una rete nata come luogo orizzontale e democratico, sono presto seguite le preoccupazioni per i fenomeni di concentrazione di potere delle grandi multinazionali del web, per i problemi della privacy e della sicurezza e per il problema tecnologico, gigantesco, dell’archiviazione. A parlarcene è Massimo Mantellini.

Da Parigi un buon esempio di democrazia deliberativa. Fra ottobre 2019 e giugno 2020, si è svolta la “Convention citoyenne pour le Climat” che ha visto protagonisti 150 cittadini sorteggiati come campione rappresentativo della popolazione francese, a cui è stata affidata la missione di “ridurre le emissioni climalteranti almeno del 40% entro il 2030 in uno spirito di giustizia sociale”...

La fuga dalle leggi razziali fasciste, l’infanzia in Argentina, il rientro in Italia nel dopoguerra, gli studi di medicina e le prime ricerche sui fattori di rischio cancerogeno e poi l’arrivo del 68, i primi contatti con i sindacati e gli operai, il caso Ipca e gli studi sulle malattie causate dall’amianto; la storia è quella di Benedetto Terracini.

Wojciech Karpinsky è morto. Lo ricordiamo con le parole del suo amico Francesco Cataluccio. Appena due mesi fa aveva aderito entusiasticamente alla proposta di fondare un’Associazione Amici di Nicola Chiaromonte e aveva accettato di farsene promotore. Ci mancherà tantissimo.