Una Città136 / 2006
febbraio


IL COLPO DI MANO istituzionale è quello di una maggioranza che con due emendamenti ha cambiato un sistema elettorale in vigore da 12 anni e sostenuto da un referendum che aveva ottenuto l’80% dei consensi; la volontà precisa, da irresponsabili, di sabotare, prevedendo una propria sconfitta, la governabilità del paese; l’intervista, a Marco Boato, in seconda e terza.
QUELLE SIGNORE AL CHECKPOINT; dopo aver visto il video degli inglesi e le nuove foto di Abu Ghraib fa bene vedere le immagini delle donne israeliane che con il loro copricapo da spiaggia si avviano tutti i giorni ai checkpoint per tener d’occhio i soldati israeliani; se c’è speranza nel mondo vien da loro; il reportage, di Nina Mayorek e Francesco Papafava, è dalla quarta alla sesta.
FAR SORRIDERE UNA SIGNORA; l’impegno delle donne di Albano Laziale per far opera di prevenzione e dar coraggio alle donne che stanno per essere operate al seno; in settima, l’intervista è a Noris Bovi, Fatima Bucciarelli, Rosa Pia Gagliardi, Titina Scarpato.
APPRENDIMENTO INCIDENTALE ORGANIZZATO è l’idea pedagogica di libertari come Tolstoj, Godwin, Neill, che, a differenza di chi, compreso i rivoluzionari, ha sempre pensato a un’educazione “a dover essere”, credevano in un’educazione “a essere”, liberi innanzitutto; l’intervista è a Francesco Codello; dall’ottava alla nona.
In decima e undicesima per “storie di lavoro” IL CAMPIONARIO è il racconto di Rosalba Ponzio, orafa di Vicenza e LA VISITA, L’ESAME è quello di Giuseppe Onorato, medico ospedaliero di Riccione.
QUEI PRIMI TAZEBAO comparvero tanti anni fa in alcuni ospedali a difesa dei diritti del malato; da allora Cittadinanzattiva ne ha fatta di strada, conta 70.000 aderenti e ha svolto un ruolo decisivo nella battaglia per la riforma del Titolo V della Costituzione e il riconoscere del principio della sussidiarietà; l’intervista è a uno dei fondatori, Giuseppe Cotturri; in dodicesima e tredicesima.
Piangipane, provincia di Ravenna; nelle pagine centrali le immagini di muratori, extracomunitari e italiani, che, associati in cooperativa, lavorando il sabato e la domenica, si stanno costruendo la casa.
IL BENE COMUNE DELLA SEMENTE, che per millenni nessuno ha tentato di mettere in discussione, è a rischio di “privatizzazione” tramite brevettazione da parte dei grandi produttori; sarebbe la catastrofe dei contadini di mezzo mondo che diventerebbero del tutto dipendenti dal ciclo coltivazioni intensive, monocolture, pesticidi, fertilizzanti chimici e Ogm, già devastante per l’ambiente; l’intervista è a Giorgio Cingolani, in sedicesima e diciassettesima.
TURISMO NERO; un progetto dell’amministrazione provinciale di centrosinistra di Forlì per il recupero della residenza estiva di Mussolini ha destato sospetti sulla volontà di favorire il pellegrinaggio nero alla tomba di Predappio; l’intervista, in diciottesima e diciannovesima, è a Carlo Giunchi.
MEMORIE E STORIA è l’intervista a Marcello Flores sul rischio di confondere le memorie, che non si possono e non si devono condividere, e la verità storica in cui le colpe vanno riconosciute; l’esempio sudafricano resta il migliore: riconciliazione in cambio di verità; in ventesima e ventunesima.
LA RIVOLUZIONE DI CAPACITA’; i saperi, la risorsa principale in un mondo globalizzato, si fondano sulle relazioni fra le persone, sull’orizzontale, sulla capacità di autogoverno; la politica deve creare gli spazi pubblici per il loro sviluppo; in ventiduesima e ventitreesima l’intervista è ad Andrea Ranieri.
L’EPOPEA DELLA FEDERTERRA è quella che dall’inizio del 900 culminò nel biennio rosso; furono i contadini, e non i consigli operai, a dar vita, fra leghe, camere del lavoro, cooperative, case del popolo, università popolari, municipi, a una vera rivoluzione democratica; l’intervista, in ventriquattresima e venticinquesima è a Elio Giovannini.
L’ASSE DELLA MODERNITA’ sono le donne e le loro lotte contro l’oscurantismo patriarcale ammantato da ortodossia religiosa; a intervenire sono Najia Elboudali, marocchina, e Ziba Jalali Naini, iraniana; in ventiseiesima e ventisettesima.
VALE UN PERU’ è il racconto di Flor Vidaurre, peruviana, per anni clandestina in Italia, oggi presidente dell’Alma Terra di Torino; in ultima.
In copertina: Tuzla.