Una Città100 / 2002
Gennaio


L’AREA DEL MALCONTENTO nei confronti dei ricchi del pianeta è vasta, e le riforme da fare rischiano di essere sempre tardive; l’importanza della riaffermazione di un sistema di diritti universale; a parlare sono Vittorio Foa, Pietro Marcenaro e Andrea Ranieri; in seconda e terza.
In quarta e quinta: le foto dall’Afghanistan di Davide Casali e il diario di viaggio di Matilde Adduci fra i profughi afgani in Pakistan.
ALLA CATENA DI MONTAGGIO CON UN AURICOLARE SOLO: parla Tatiana Gentilini, operaia Zanussi; in sesta.
MIA MADRE FACEVA GIA’ L’ORLATRICE A DIECI ANNI... a parlare sono Tina Frattini e Massimo Bozza, operai calzaturieri napoletani; in settima.
LA POSSIBILITA’ DEL SORRISO è l’intervista a Massimo Macchiavelli, uno dei responsabili di Piazza Grande, la cooperativa dei senza casa bolognesi; in ottava e nona.
In decima e undicesima, ne L’OBBLIGO DEMOCRATICO, Cesare Moreno ci spiega perché il sistema scolastico dei crediti formativi valorizza competenze acquisite fuori dalla scuola; il rischio di una scuola tutta disegnata sul liceo classico.
Nelle centrali, rendiamo omaggio a Nicola Chiaromonte, grande intellettuale-militante, nel trentennale della morte; pubblichiamo anche una sua lettera inedita a Andrea Caffi, dove si parla di Camus in visita a New York.
SIAMO I GENITORI CHE HANNO SPUTATO SULLA RELIGIONE..., due mamme algerino-francesi e un’insegnante francese discutono dei rapporti coi figli spesso attratti dalla religione, della difficile integrazione, dei pericolosi discorsi della destra sulle culture da tener separate; in quattordicesima.
UNA SCELTA ACCETTATA, PENSO ANCHE APPREZZATA DAI MIEI, a parlare è Shulim Vogelmann, giovane studente ebreo italiano che ha deciso di diventare anche israeliano e fare il servizio militare; in quindicesima.
IL NAUFRAGIO DELLA SEAGULL, Raina Junakovic, che nel ‘64 perse il marito e che da allora non ha smesso di impegnarsi contro l’industria del naufragio, racconta; in sedicesima e diciassettesima.
In Sicilia RESTARONO SOLO VECCHI E BAMBINI, dopo la feroce repressione dei Fasci siciliani, uno dei movimenti popolari e socialisti più originali nell’Europa a cavallo fra ‘800 e ‘900; in Sicilia è forte la mafia ma è stato altrettanto forte il movimento anti-mafia; l’intervista, a Umberto Santino del Centro Impastato di Palermo, è in diciottesima e diciannovesima.
JEW YORK era il soprannome che l’estrema destra dava a New York, a dimostrazione che antiamericanismo e antisemitismo sono storicamente facce della stessa medaglia; perché la destra ha una lunga tradizione di critica della globalizzazione; l’intervista è a Francesco Germinario, in ventesima e ventunesima.
QUELL’UMANESIMO SOCIALISTA... degli antifascisti radicali come Carlo Rosselli, Camillo Berneri, Andrea Caffi, Nicola Chiaromonte, che videro per tempo cos’era il totalitarismo comunista; l’intervista a Pietro Adamo è in ventiduesima e ventitreesima.
In ultima: UNA MADRE SE LO CHIEDE, CHE REAZIONE AVREI IO? è l’intervista dove Alida Vitale ci racconta del suo ritorno in Argentina ospite di una madre di Plaza de Majo.