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Una Città 81 / 1999
ALBERO O VASO?
Intervista a Nadia Filippini di Barbara Bertoncin
La diffusione del taglio cesareo nella seconda metà del 700 si accompagna all’affermarsi dell’idea che il feto, fino ad allora del tutto subordinato alla madre, sia una persona. Sono le nuove conoscenze anatomiche dei medici, a contribuire a rendere drammatica la domanda teologica sulle sorti dell’anima del bimbo che nascerà morto. Intervista a Nadia Filippini.

LA STORIA PROFANA
Intervista a David Bidussa di Gianni Saporetti
Comparare Auschwitz è indispensabile, per capire la storia e perché la sacralizzazione sancirebbe la vittoria ideologica postuma nazista. La dinamica genocidaria in Kosovo. Il problema degli ebrei a ritornare a dialogare dopo Auschwitz: ha senso? Quando la dissacrazione non sembra volta a capire. Intervista a David Bidussa.

Una Città 80 / 1999
LE LETTERE COMMERCIALI
Intervista a Nicola De Blasi di Marco Bellini
Il toscano, una lingua divenuta nazionale secoli prima dell’unificazione in modo tutt’altro che dotto, grazie ai mercanti toscani che capirono l’importanza della scrittura nel commercio, ai "rinaldi", cantastorie dell’Orlando Furioso e ai predicatori francescani. I dialetti, tutte lingue vive derivate dal latino. La linea La Spezia-Rimini e gli apporti reciproci. Intervista a Nicola De Blasi.

IL QUOTIDIANO DI ALLORA
Intervista a Fiorella Farinelli di Barbara Bertoncin
Un viaggio a Auschwitz e Birkenau di studenti romani, accompagnati da ex-deportati, organizzato dal comune di Roma nel tentativo di coniugare storia, memoria e spirito di cittadinanza in una città che ha conosciuto le deportazioni. La realtà dei luoghi visti nei film. Il rischio che il concetto di unicità ostacoli la riflessione dei ragazzi. Intervista a Fiorella Farinelli.

IL SUDTIROLO IN BORGOGNA
Intervista a Leopold Steurer di Barbara Bertoncin
La storia dell’opzione, quando i nazisti si accordarono con il governo fascista per trasferire nell’Europa occupata dai tedeschi i sudtirolesi che lo avessero scelto. La promessa della ricostruzione esatta di interi paesi. Una proposta allettante per i disgraziati "servi del fratello maggiore" dei masi sudtirolesi. Intervista a Leopold Steurer.

Una Città 79 / 1999
IL MODELLO FRANCHISTA
Intervista a Alfonso Botti di Franco Melandri
Della guerra di Spagna bisogna innanzitutto vedere la specificità spagnola. Non ci fu un progetto nazista o fascista per la Spagna così come non ci fu alcun pericolo comunista. La "democrazia organica" franchista, un autoritarismo legatissimo al cattolicesimo e strenuo difensore dei privilegi sociali e di casta. Intervista a Alfonso Botti.

QUEL MOBILE...
Intervista a Anna Segre di Gianni Saporetti
Venti mesi difficilissimi, passati a fingere di essere malato per sfuggire ai tedeschi. Il diario, una collezione rara di francobolli, il rapporto difficile con la figlia. Il ruolo misconosciuto di chi rischiò la vita per salvare degli ebrei. Intervista a Anna Segre.

Una Città 78 / 1999
IL PRESTIGIO E LE INFERMIERE
Intervista a Giancarlo Gaeta di Gianni Saporetti
Nella guerra di Spagna, in cui operai e minatori furono lasciati soli dalle democrazie europee, Simone Weil maturò la sua presa di posizione pacifista: la guerra fra stati sarebbe stata comunque contro gli operai e una catastrofe per l’Europa. Sempre in Spagna iniziò la sua riflessione sulla forza e la violenza. La proposta visionaria delle infermiere di prima linea, da contrapporre al prestigio mortifero delle SS. Intervista a Giancarlo Gaeta.

Una Città 77 / 1999
RINNEGARE IL VIETNAM?
Intervista a André Glucksmann di Marco Bellini
Il crimine contro l’umanità, e cioè l’uccisione di qualcuno non per qualcosa che ha fatto ma per come è nato, pareva bandito dall’Europa e invece è riapparso cinquant’anni dopo Auschwitz. Chi vuol fermare un massacro ha sempre ragione. Chi per antiamericanismo non si oppone ai massacratori tradisce i propri ideali di gioventù. Intervista a André Glucksmann.

LA GRANDE, UNICA LINGUA
Intervista a Franco Cassano di Sergio Sinigaglia
Mentre il nord è disciplina e l’ovest è la partenza, il superamento del limite, e da ciò la potenza del connubio nord-ovest, il sud rappresenta la lentezza, il limite, la molteplicità delle voci. Il rischio di vedere come pura vessazione tutto quello che non è modernità. Nessun etnocentrismo mediterraneo, ma l’affermazione dell’orizzontalità dei rapporti e dell’unica grande lingua universale, quella della traduzione. Intervista a Franco Cassano.