Una Città133 / 2005
novembre


PER QUANTO SARA’ SOPPORTABILE una situazione in cui il 5-10% della popolazione mondiale si spartisce il 70% del reddito? Per quanto tempo l’operaia cinese accetterà di lavorare in regime di semischiavitù? I terribili guasti della finanziarizzazione dell’impresa, il più grave fra i quali è che il lavoratore diventa un fattore del tutto secondario e la sua formazione superflua; la necessità che l’etica si riunisca all’utile; l’intervista, in seconda e terza, è a Luciano Gallino.
LA NEO-UMMA è la comunità musulmana presente nell’immaginario dei giovani delle periferie europee che si radicalizzano in senso islamista, una comunità che vedono minacciata da un Occidente demonizzato; un malessere, quello delle periferie, che non riguarda solo i giovani esclusi e disoccupati, ma anche la classe media; il giovane kamikaze non si immola per andare in paradiso, ma per una causa che considera sacra; l’intervento, in quarta e quinta, è di Farhad Koshrokhavar.
IL DIRITTO ALLA FAMIGLIA, il cui valore sociale è riconosciuto e sancito solennemente dalle leggi, è quello che rivendicano gli omosessuali; perché non dovrebbero potersi sposarsi? La legislazione italiana, la più arretrata del mondo libero, non permette neanche a un single di adottare un bambino; il matrimonio fra gay sarebbe una rivoluzione del costume, ma come lo furono il voto alle donne, i matrimoni fra bianchi e neri, il figlio unico; l’intervista, in sesta e settima, è a Tommaso Giartrosio.
UN INCONTRO, UNA POSSIBILITA’; il padre di un ragazzo della scuola dei maestri di strada napoletani di Barra viene ucciso; altri genitori sono in carcere, molte famiglie sono inserite in un ambiente in cui la violenza, e i traumi conseguenti, sono cronici; che fare? Come parlarne con i ragazzi? Come far sì che loro ne parlino? Il racconto è di Carla Melazzini, in ottava e nona.
GIOVANI.IT, insieme a studenti.it sono siti in cui migliaia di ragazzi, attraverso i loro blog, si conoscono, discutono, si scambiano consigli, si rimorchiano anche; dall’idea venuta anni fa a quattro giovani amici, attivisti del sindacato studentesco, è cresciuta un’impresa con decine di lavoratori, che conta su milioni di passaggi al mese... Il rischio di un atteggiamento snob della sinistra verso l’uso che i giovani fanno di internet; l’intervista, in decima e undicesima, è a Enrico Maria Milic.
LA CHIESA D’OGGI fra l’eredità controversa di Wojtyla e le sfide con una modernità con cui il Concilio tentò di far pace; il giusto allarme contro il relativismo; l’intervista a Gianpaolo Romanato, in dodicesima e tredicesima.
FALLUJA; alla città martirizzata sono dedicate le pagine centrali.
LA REALTA’ NON E’ MONOCROMATICA è la risposta di Ephraim Kleiman alle critiche ricevute nel numero scorso: descrivere un fatto, e cioè che sotto occupazione israeliana l’economia di Gaza ha fatto grandi progressi, non vuol dire approvare l’occupazione; in sedicesima e diciassettesima.
QUELLE MANI SEGNATE è l’intervista a don Gilles Covreur, uno dei preti francesi che nel dopoguerra decisero che il loro paese era terra di missione e che quindi, per portare Cristo, bisognava andare a vivere e lavorare in mezzo agli operai; in diciottesima e diciannovesima.
LE QUATTRO P, protesta, pressione, progetto, pratiche, sono le caratteristiche dei nuovi movimenti che vogliono contrastare una globalizzazione solo dei capitali e far tornare i cittadini protagonisti della politica; in ventesima e ventunesima l’intervista è a Mario Pianta.
RIFLESSIONI SUL SOCIALISMO; nel cinquantesimo della sua morte rendiamo omaggio ad Andrea Caffi ripubblicando un saggio, oggi introvabile, che Caffi scrisse negli ultimi anni di vita; insieme al profilo che Nicola Chiaromonte dedicò al maestro e amico; dalla ventiduesima alla ventiquattresima.
E NON ERANO AFFATTO CREDENTI è l’intervista a Giovanni Jervis che ci mette in guardia da un relativismo che disprezza la scienza e il progresso e, in fondo, anche la democrazia; l’idea assurda che una buona etica non possa fare a meno della religione; dalla venticinquesima alla ventisettesima.
IL TRIBUTO è quello che in Sicilia tutti pagano alla mafia; che fare? A raccontare, in ultima, è Giuseppe Diana, un giovane studente che vive fra Bologna e il catanese.
In copertina: Berlino.