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di cui tiene la contabilità, quindi pure lui,
che vota Lega, vuole la sanatoria.
Arriviamo così al 2000.
Al 2000 si sanno le cose, ci sono i numeri.
C’è stato questo momento comunque positi-
vo della Turco-Napolitano; il governo Prodi
ha aperto nei confronti dell’immigrazione,
anche se poi ha istituito i Cpt, che sono una
cosa orribile, ma complessivamente c’è un’a-
pertura; un’apertura frenata dal fatto che la
sinistra continua a non capire che l’immi-
grazione è la civiltà d’oggi e che è fissata con
l’ordine: “Basta con tutti questi irregolari”.
Beh, fammeli venire regolari!
Segue il governo Berlusconi e non succede
molto. C’è la Legge Bossi-Fini, che è brutta
perché rende più difficile l’accesso al per-
messo di soggiorno e allunga il periodo per
avere il rinnovo, è un po’ persecutoria nelle
norme amministrative nei confronti degli
immigrati, inoltre non finanzia le politiche
sociali. Le ultime raffiche di Salò del secon-
do governo Berlusconi sono le impronte ai
bambini rom. Ma in realtà è il terzo governo
Berlusconi quello terribile. All’inizio Berlu-
sconi non fa nulla di male agli immigrati e
nulla di bene. Si susseguono le finte sanato-
rie che si chiamano decreto flusso, quindi,
in pratica, “business as usual” con un po’ di
cattiveria in più. Tra l’altro, a un certo pun-
to Fini comincia a dare i numeri promuo-
vendo la cittadinanza agli immigrati. Non è
un brutto momento.
Il brutto momento è quando la Lega non si
caratterizza più in chiave antimeridionale
e anti-fiscale (hanno già cominciato gli in-
trallazzi con le banche), ma comincia a “de-
mocristianizzarsi”, quindi clientela, corru-
zione, imbrogli, ma anche normalizzazione
e fine del secessionismo. Il dato negativo è
che accanto a tutto questo c’è una crescente
paranoia persecutoria anti-immigrati. Che
finisce male.
Vi ricordate la storia delle ronde? C’è una
legge che le autorizza, ma non le ha fat-
te nessuno. Perché? Ma perché la ronda è
basata sul principio che il monopolio della
violenza non è dello stato, ma della socie-
tà, quindi dell’individuo, dei gruppi, ecce-
tera, per cui questi probi cittadini possono
acchiappare il nero e insegnargli la buona
educazione, così la smette di pisciarti sotto
casa, di spacciare e, soprattutto, di esistere.
C’è stato un grande dibattito, è intervenu-
ta anche l’Unione Europea, ma alla fine la
legge è stata approvata. Com’è finita? Che
se vuoi fare la ronda, la puoi fare: ti porti
il fischietto e se vedi che c’è qualcuno che
commette atti contrari alla morale, chiami
la polizia che interviene. Te lo vedi il leghi-
sta che gira col fischietto!?! Poi è stata la
volta dei cosiddetti “medici spia” che hanno
determinato la rivolta dell’intera categoria.
Insomma, la legislazione maroniana, che
pure è stata annacquata o frenata dall’U-
nione Europea, dalla Corte Costituzionale o
dalla Magistratura, ha però seminato odio,
confusione, insicurezza. E comunque, che
in Parlamento si sia potuto discutere del-
la negazione dello stato di diritto, per me
è una macchia terribile della nostra storia
recente.
(a cura di Barbara Bertoncin e Bettina Foa)
Come non bastasse nessuno del Governo va
a Brindisi a rendere omaggio alle vittime.
L’unico che ci va è Berlusconi.
Nel 1998 viene emanata la legge Turco-
Napolitano.
È una legge molto avanzata sul piano della
teoria, soprattutto riguardo i diritti sociali
di welfare. Il problema è che non è mai stata
finanziata adeguatamente, dopodiché è ca-
duto il governo e quindi le politiche sociali
per gli immigrati non sono mai state fatte.
In Italia si sono fatte solo le politiche di re-
spingimento e di frontiera. È il motivo per
cui, quando Bossi e Fini hanno presentato
quel pacchetto di emendamenti che va sotto
il nome appunto di Bossi-Fini, non si sono
preoccupati di modificare i titoli relativi alle
politiche sociali, perché è bastato non finan-
ziarle.
Comunque, la Turco-Napolitano in effet-
ti era un provvedimento per molti aspetti
avanzato: prevedeva l’assistenza sanitaria
ai non regolari, l’articolo 18 per la lotta alla
tratta, c’erano insomma dei punti molto
positivi. Poi però istituiscono anche i Cpt,
i Centri di permanenza temporanea. Fin
dall’apertura del primo, un immigrato muo-
re bruciato e altri due si ammazzano.
Era anche una legge molto dura: loro fanno
la legge e dichiarano: “Basta sanatorie”. In-
tanto però ci sono circa tre-quattrocentomi-
la irregolari, tanto è vero che quando cade il
governo Prodi e, sempre nella stessa legisla-
tura, subentra il governo D’Alema, Rosetta
Iervolino, appena divenuta ministro degli
interni, da brava democristiana col cuore di
mamma, fa la nuova sanatoria, la più gran-
de mai avvenuta fino a quel momento. Poi,
la madre di tutte le sanatorie sarà la Bossi-
Fini.
La sanatoria è una cosa buona?
È una cosa buonissima! Mentre ero negli
Stati Uniti, c’era questo collega, che si chia-
ma Aristide Zolberg, ebreo belga arrivato
alla New School; ecco lui, a una conferenza
divertentissima disse: “For migration, there
is not a final solution”. Usando il termine
“soluzione finale” proprio per dire che chi
pensa che c’è una soluzione per l’emigrazio-
ne, che si può mettere ordine prescindendo
dal tumulto che la produce, ha una menta-
lità nazista.
Per l’emigrazione, bisogna sempre navigare
a vista, cioè andare avanti con cautela e con
attenzione alla situazione specifica, pronti
ad aggiustare sempre la rotta, se necessario,
senza perdere di vista l’obiettivo. Invece, la
legge Turco-Napolitano aveva la pretesa di
andare sparata come una motovedetta sen-
za pilota. E quindi la prima cosa che fanno
è aprire i Cie (centri di identificazione ed
espulsione), che però non sanno gestire, an-
che perché non c’è una normativa giuridica
chiara. Ci si mette poco a capire che si trat-
ta di una detenzione amministrativa dove la
tua libertà è più limitata che in un carcere.
Quello che non si capisce è il perché. Tra
l’altro succedeva che, se non ti riuscivano a
cacciare dal paese nei primi trenta giorni, al
trentunesimo uscivi. Una follia pura. Dopo-
diché, come ha risolto la cosa la Bossi-Fini?
Allungando la permanenza a sei mesi.
Ma torniamo alla sanatoria. A noi italiani
non piace perché abbiamo la fissazione, ti-
picamente fascista, che ci sia la soluzione
finale. Invece non c’è, quindi la sanatoria
prende atto di una situazione localmente
insostenibile e ti evita di nasconderti. È un
accomodamento a una situazione che tra
l’altro abbiamo creato noi. Voglio dire: non
si è mai voluto dare il permesso di ingresso
per “ricerca di lavoro”. A questo punto, se
non fai la sanatoria, come fai con questi che
già vivono e lavorano qua?
Come la farsa sulle badanti che dove-
vano fingere di non essere in Italia.
Guarda, le finte, i trucchetti, gli escamotage,
sono quelli che hanno permesso all’Italia di
gestire in maniera semi-civile alcuni aspet-
ti della politica migratoria. Siccome l’intero
impianto era macchiettistico, per uscirne in
maniera umana e socialmente accettabile
bisognava trovare degli escamotage. La sa-
natoria è stato l’escamotage. Tutto qui.
Poi è arrivata la Bossi-Fini.
Lì è stato straordinario. Bossi e Fini sono
andati al governo dicendo: “Via i clande-
stini”, intendendo però via gli immigrati, e
appena arrivati hanno fatto la più grande
sanatoria mai vista! Ma perché non poteva-
no fare diversamente! Sempre con l’idea chi
è dentro è dentro, chi è fuori è fuori.
Certo, non si aspettavano seicentomila e
passa migranti. E io dico sempre che sono
state le mamme dei leghisti le artefici di
tutto, perché avevano bisogno, anzi avevano
già la badante. Solo che il leghista se n’è ac-
corto subito, Livia Turco se n’è accorta molti
anni dopo -lo scrive, tra l’altro- quando la
mamma la sgrida perché la Turco è contra-
ria alla sanatoria, mentre lei vorrebbe siste-
mare la signora che l’aiuta, capito?
La sanatoria era originariamente per le ba-
danti. Tra parentesi: il termine “badanti”
viene introdotto dalla Lega nel linguaggio
politico e poi è passato al linguaggio comu-
ne; nel linguaggio giuridico si chiamano as-
sistenti domiciliari. Il discorso della Lega
qual è? Già lo stato fa schifo, lo stato ita-
liano fa schifo due volte, perché è fondato
su Roma ladrona; nel Sud i ladri di Roma
hanno la cameriera perché sono parassiti;
al Nord ci sono i lavoratori, che però invec-
chiano, e siccome dello stato non ci possiamo
fidare (cosa peraltro vera perché per i vecchi
nulla è previsto), allora l’onesto lavoratore
del Nord ha diritto alla badante. Questo era
il discorso fatto da Bossi. È un discorso raz-
zista, che però dice anche delle cose vere,
perché in effetti se non c’è il welfare, l’one-
sto lavoratore il servizio se lo deve pagare.
Ed è così che escono questi seicentomila la-
voratori. Tra l’altro, la legge nasce origina-
riamente solo per le badanti. Il problema è
che non c’è solo la mamma di Livia Turco o
la zia di Bossi, c’è anche la signora Brambil-
la che vuole regolarizzare la sua cameriera
e quindi si estende la sanatoria anche alle
cameriere. Ma non finisce qui, perché a quel
punto, il ragionier Fasolin pensa sarebbe
meglio regolarizzare anche i sette immigra-
ti irregolari impiegati nell’azienda vicentina
sono state le mamme dei leghisti
le artefici di tutto
perché avevano già la badante