Da Lampedusa al Brennero - page 28

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ogni giorno, e come affrontate le pro-
blematiche della loro integrazione?
I ragazzi sono tutti minori non accompa-
gnati richiedenti asilo di origine asiatica e
africana. Ognuno di loro con una storia di
migrazione diversa, diversa provenienza
geografica, un diverso vissuto, un modo di-
verso di interagire, ma accomunati dal fatto
di essere “identità di transizione”. Nel senso
che l’esperienza di migrazione comporta in
loro un continuo riassestamento interiore:
perennemente impegnati e coinvolti a me-
diare e a gestire mutamenti ambientali che
influiscono in modo rilevante sulla costru-
zione della propria identità soggettiva e del-
la organizzazione della propria personalità.
Avvengono cambiamenti nella dimensione
temporale, in cui passato, presente e futu-
ro rimangono momentaneamente sospesi
lasciandoli in bilico tra un passato da riela-
borare e un presente privo di certezze; cam-
biamenti nella dimensione spaziale, cioè lo
spazio ambientale e geografico, lo spazio lin-
guistico-comunicativo e lo spazio corporeo.
Tutto ciò comporta una revisione dei modi
di pensare, di immaginarsi nelle situazioni
future, di costruire il proprio percorso di cre-
scita, di interpretare il mondo circostante
in relazione al nuovo ambiente. Una rein-
venzione della propria identità. I ragazzi si
trovano in una condizione di stress emotivo
continuo che necessita un impegno psicofi-
sico costante nel tentativo di autogestire e
superare nuovi compiti e sfide. Sfide in cui
la ricerca di risorse non avviene solo inter-
namente ai ragazzi, ma anche nell’ambien-
te stesso, che assume un ruolo decisivo nel
contrastare o promuovere la costruzione di
un sé competente.
La vita quotidiana nel Centro deve essere
ben organizzata. Per esempio, al mattino c’è
il corso di italiano organizzato dai Girasoli
e il pomeriggio la frequenza alle lezioni per
ottenere la licenza di terza media. I ragazzi
sono inseriti in due classi con altri ragazzi
di Mazzarino, in genere in ritardo con gli
studi. Ci sono un po’ di problemi perché il
metodo di insegnamento adottato, che è
quello per le scuole serali rivolto a italiani,
non è del tutto adeguato. L’organizzazione
delle case, situate tutte nel centro di Mazza-
rino e vicine tra di loro, funziona in genere
bene, con una responsabilizzazione e parte-
cipazione dei ragazzi nella gestione e orga-
nizzazione degli spazi.
L’interazione e integrazione dei nostri ospi-
ti con i mazzarinesi non è facile. L’apparte-
nenza a un progetto, a una struttura di ac-
coglienza, pone i ragazzi dei Girasoli in una
situazione di disparità rispetto ai ragazzi
autoctoni. Le possibilità di integrazione e
interazione sono inoltre legate allo spazio
temporale, perché per inserirsi e fare delle
amicizie ci vuole tempo, e il tempo disponi-
bile in accoglienza varia a seconda dell’età
di arrivo dei ragazzi, età che quasi sempre
è quella dei 17 anni, ed è davvero poco un
anno e sei mesi per studiare, formarsi e
intrecciare rapporti amicali. Ma ci provia-
mo. Per esempio, il calcio, le palestre sono
strumenti e luoghi di interazione, anche se
superficiali. In questi giorni i ragazzi dei Gi-
rasoli sono stati invitati in una delle scuole
di Mazzarino per delle conversazioni in lin-
gua inglese durante le ore di lezione con i
ragazzi delle classi e per narrare della loro
particolare condizione ed esperienza. E que-
sta è stata una buona iniziativa di dialogo e
conoscenza. Alcuni dei ragazzi hanno parte-
cipato a un corso di formazione per pizzaioli,
molto utile, e molti di loro vorrebbero intra-
prendere questa professione.
I tirocini formativi non sono obbligatori nel
sistema Sprar, ma chiaramente sono sem-
pre auspicati dal servizio centrale con una
attenta indicazione dei fondi europei da
cui attingere per la loro realizzazione. Ul-
timamente siamo riusciti far finanziare un
progetto con il Ministero del lavoro per l’or-
ganizzazione di 50 tirocini. Anche in questo
caso i contatti con il settore pubblico e priva-
to è molto importante. Le indennità dei tiro-
cini per i ragazzi variano secondo la durata
e la tipologia e sono comunque molto utili,
soprattutto per coloro che vogliono e devo-
no “continuare il viaggio” una volta usciti
dal centro. Dopo il tirocinio, pochi ragazzi
hanno avuto l’opportunità di un contratto
di lavoro nella stessa azienda. Pochi ragazzi
da noi accolti in questi anni ancora vivono
e lavorano in Sicilia e a Mazzarino. Molti
tornano però qui in vacanza, e considerano
Mazzarino ancora come la propria “casa”.
Una delle principali conclusioni del rappor-
to di Kari Madssen ha constatato ed eviden-
ziato l’esistenza ai Girasoli di una grande
fiducia dei nostri giovani ospiti nei confronti
degli operatori del progetto. Intanto stiamo
riflettendo su altre forme di accoglienza e
integrazione, come l’affidamento o su una
campagna “adotta un rifugiato”. Ma bisogna
ancora lavorarci.
Com’è il processo per l’ottenimento del
permesso di soggiorno - diritto d’asilo?
La fantasia del legislatore si è sbizzarri-
ta nel proporre le tipologie di permesso di
soggiorno. Ne esiste una quantità notevole
e tra i richiedenti asilo ce ne sono ben tre,
con differenti validità temporali e con pos-
sibilità o meno di attività lavorativa. Il più
complesso è il permesso di soggiorno per
“Dublino” (regolamento dell’Unione Euro-
pea) per stranieri la cui presenza è stata
segnalata in più di un paese dell’UE e che
serve a determinare lo Stato membro com-
petente per la domanda di asilo. Tutto ciò
si traduce in tempi lunghissimi di attesa.
per inserirsi e fare delle amicizie
ci vuole tempo, e il tempo disponibile
è davvero poco
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