Una Città n° 186 / 2011
Luglio
La COPERTINA è dedicata ai ragazzi della Gioventù Laburista norvegese.
LA PAGINA 7, CHE MANCA. Torniamo a parlare di organizzazione del lavoro e partecipazione; una tradizione, quella italiana, segnata fondamentalmente da due modelli, quello gerarchico Fiat e quello anarchico dei distretti, entrambi oggi in via di ripensamento; una modalità, quella della microconflittualità, spesso più che legittima, che rischia però di essere oggi inefficace, anche per i lavoratori; l’accordo Fiat, fotocopia di quello Chrysler, salvo per la pagina che parla del ruolo del sindacato e della partecipazione; operai sempre più scolarizzati e desiderosi di protagonismo; un forum con Luciano Pero e due sindacalisti di Mirafiori, Alberto Cipriani, Fim, e Edi Lazzi, Fiom (da pag. 3 a pag. 6).
NO TAV O NO TIR? A differenza dell’opera dell’autostrada A32, fatta blandendo gli amministratori con generose elargizioni preventive, la progettazione della Torino-Lione è stata affrontata con taglio "impositivo e gladiatorio”, all’insegna del "basta chiacchiere”; l’inspiegabile equivoco per cui ci si ostina a definire Tav quella che è una normale linea ferroviaria a standard europeo, in cui i treni passeggeri vanno a 220 km all’ora e quelli merci a 100 km all’ora; una partecipazione che dev’essere a monte e non a valle degli interventi decisi; l’esempio francese del Debat Publique; Marianella Sclavi ne discute con Mario Virano (da pag. 7 a pag. 10).
TORNANO A TROVARCI... Vent’anni trascorsi a dirigere istituti penitenziari con l’idea fissa di rendere sensato e realmente educativo il tempo della pena; l’esperimento di Bollate, un carcere a "custodia attenuata” dove le celle di giorno sono aperte e i detenuti hanno l’opportunità di studiare e lavorare; intervista a Lucia Castellano (da pag. 11 a pag. 13).
DIVERSAMENTE OCCUPATO. Gli studi, una breve esperienza di vita all’estero, dove l’autonomia è forse più facile, e poi la passione per il giornalismo, da alternare con il lavoro al sindacato e i turni di notte in una cantina sociale; una precarietà più garantita di altre, ma che rende difficile fare progetti. Intervista a Marco Riciputi (pag. 14-15).
MAMME FOREVER. Essere madre di un figlio con disabilità importanti comporta un impegno totalizzante, foriero di soddisfazioni, ma anche di fatiche estreme, spesso portate avanti in solitudine; l’importanza della legge 162, anche sul piano culturale, e l’acume del legislatore nel dare un senso non banale all’espressione "peso della famiglia”; la figura della "co-mamma” e l’assenza dei padri. Intervista a Cristina Cometti, Manuela Annichiarico, Rita Sirigu, Lucia Dedoni e Floriana Murru (da pag. 16 a pag. 19).
FARE UN POSTO BELLO... Una compagnia teatrale che decide di prendere in gestione uno spazio, la cupola del Pilastro, in un quartiere difficile, segnato da ondate migratorie stratificate e dalla presenza di una significativa comunità rom; la sfida di coinvolgere gli abitanti senza rinunciare a fare della ricerca teatrale. Intervista a Bruna Gambarelli, Federica Rocchi e Febo del Zozzo (da pag. 20 a pag. 23).
LETTERA DALL’INGHILTERRA. Belona Greenwood ci parla di uno sconvolgente documentario Bbc sui bambini poveri e dell’esclusivo College di Eton (pag. 23). LUOGHI. Prima della guerra, Srebrenica era famosa per le miniere e per uno stabilimento termale che richiamava turisti da tutta la ex Yugoslavia per le proprietà curative delle sua acque. Da qualche tempo sono in corso i lavori di ricostruzione del vecchio hotel e di altre strutture di ricezione turistiche. Oltre al potenziale indotto, si parla di 350 nuovi posti di lavoro, che l’impresario si è formalmente impegnato a dividere a metà tra serbi e bosniaci musulmani. Purtroppo proprio questo vincolo sembra essere all’origine del recente blocco dei lavori da parte dei vertici della Republika Srpska. Lo scorso 11 luglio, in occasione dell’anniversario della strage di Srebrenica, in cui furono uccisi ottomila musulmani bosniaci, accanto agli oltre quattromila corpi già tumulati, nel cimitero-memoriale di Potocari sono stati seppelliti i resti dei 613 corpi identificati nell’ultimo anno con il Dna.
LETTERA DALLA TUNISIA, di Micol Briziobello, pag 32.
RIVOLUZIONI IN PERICOLO. Per "hearts and minds”, Stephen Bronner indaga sugli ostacoli che la Primavera araba dovrà superare per arrivare a regimi democratici stabili (pag. 33).
L’INTERNAZIONALE DEI DESPOTI. Paolo Bergamaschi ci parla del suo recente viaggio in Turkmenistan, quarto fornitore mondiale di gas naturale, dove però il bilancio pubblico è una sorta di segreto di Stato, internet è censurato e alla sera alle undici scatta il coprifuoco (pagg. 34-35).
MILLE DONNE. Il rischio che la rivoluzione tunisina comporti una regressione, ai danni delle donne, del Codice della famiglia, uno dei più avanzati del mondo musulmano; l’obiettivo, raggiunto per ora, della parità assoluta nelle candidature; il rientro in patria degli islamisti perseguitati dal regime. Intervista a Faïza Zouaoui Skandrani (a pag. 26 a pag. 28).
SE SI TOCCA LO STATUTO... Un sito nato per offrire alle donne tunisine un luogo in cui confrontarsi liberamente sulle questioni che stanno loro a cuore, dall’educazione al make up; un forum in cui si parla di tutto, anche di temi tabù, come il sesso e l’adulterio; la repressione del regime di Ben Ali, che ha colpito i laici, ma anche gli islamici; il rischio che, alla vigilia delle prossime elezioni, le donne vengano ancora una volta strumentalizzate. Intervista a Khalil Gdoura e Bayrem Zouari (da pag. 29 a pag. 31)
L’ARMA DELL’ARCHEOLOGIA. In Israele, fin dalla fondazione dello Stato, l’archeologia è stata incaricata di fornire giustificazioni storiche al progetto coloniale; i dubbi, anche dei giovani archeologi israeliani, sulla cosiddetta "archeologia biblica” e le critiche avanzate dalla Scuola di Copenhagen sul mito di Masada e della città di Davide; la speranza che anche i palestinesi si appassionino al loro patrimonio storico-culturale. Intervista a Mahmoud Hawari (da pag. 36 a pag. 38).
LA CINA IN FRENATA, un articolo di Neodemos sulla brusca frenata demografica della Cina (pag. 38).
IL MODELLO EMILIANO, un intervento di Margherita Russo sugli elementi che caratterizzano un modello territoriale a trent’anni dalla sua elaborazione (da pag. 39 a pag. 41).
SOTTO FALSO NOME. Un racconto di Joseph von Westphalen su una rettifica rimasta inascoltata (pagg. 42-43).
LETTERA DALLA CINA. Ilaria Maria Sala ci parla dell’opaco rapporto tra la Cina e le nuove tecnologie, pag. 45.
LA VISITA è alla tomba di Giorgina Craufurd Saffi.APPUNTI DI UN MESE. Si parla del cancro, che prossimamente rischia di avere un’incidenza maggiore nei paesi in via di sviluppo, di gay nell’esercito e dell’imminente fine della politica del "don’t ask, don’t tell”, delle prossime elezioni in Tunisia e della difficoltà di espletare le pratiche necessarie per poter votare, di Rc auto e della curiosa politica adottata da tante assicurazioni per liberarsi dai clienti onerosi, ma anche di quelli virtuosi; dei messicani che non emigrano più come una volta e dell’idea di donna che ha il partito tunisino Ennahda eccetera eccetera (da pag. 44 a pag. 47).
LA LEGGE SOCIALE, DOPO PROUDHON. "Se l’eterno principio del potere politico è ‘dividi e conquista’, il principio del pluralismo potrebbe venire espresso dicendo: ‘Moltiplicate le vostre associazioni e siate liberi’”."Per il "reprint” dell’ultima pubblichiamo la recensione che Nicola Chiaromonte dedicò alla Dichiarazione dei Diritti Sociali di Gurvitch su "Politics” nel gennaio del 1945.