Una Città189 / 2011
Novembre


LA COPERTINA è dedicata ai giovani che oggi studiano e domani dovranno trovare un lavoro.
IL VALORE AGGIUNTO. L’incapacità diffusa a capire il carattere strutturale, epocale, della crisi; nel passaggio dalla manifattura all’economia della conoscenza, il crollo del valore aggiunto; la grande complicazione della globalizzazione, che ha portato le multinazionali, grazie al controllo remoto, a pensare e decidere a New York e a produrre a Canton; una crisi dolorosa, e gravida di pericoli, in una situazione in cui, debito su Pil, il numeratore è destinato a crescere, il denominatore a calare; una transizione cui seguirà un lungo periodo di benessere, trainato dalla diffusione planetaria delle Itcs; la rottura del ceto medio e lo sbandamento della sinistra; la Tobin tax che rischia di dilatare la speculazione... Intervista a Cristiano Antonelli (da pag. 3 a pag. 7).
I DUE REDDITI. La crisi, che nella prima fase aveva colpito settori tradizionalmente maschili, come la finanza, l’edilizia e il manifatturiero, in questa seconda fase, segnata dai tagli al welfare, rischia di colpire, e doppiamente, le donne; una situazione da cui non si può uscire con la parsimonia generale, pena un’ulteriore riduzione del reddito nazionale; perché non ha senso chiedere se possiamo ancora permettersi il modello sociale europeo; la drammatica spaccatura in due del paese. Intervista a Annamaria Simonazzi (da pag. 8 a pag. 10).
"BENE, AVETE DIECI MINUTI?”. La decisione di aprire una farmacia in montagna, unico contesto in cui è possibile fare per davvero il "farmacista di comunità”; la passione per la chimica e per i laboratori galenici, che ormai non ci sono più; i corsi di marketing e le derive commerciali delle farmacie di città; l’assurdità di una legge che impedisce di prestare soccorso in farmacia. Intervista a Massimo Descisciolo (da pag. 11 a pag. 13).
IL RUMORE DELL’ADIGE. Un gruppo di cittadini veronesi che decide di riunirsi in associazione per far qualcosa per il proprio quartiere, caratterizzato da una forte presenza di immigrati; le tante attività per i ragazzini meno fortunati e il rapporto, fondamentale, con la scuola; un progetto realizzato girando per il quartiere registrando suoni e immagini; una scuola ancora troppo legata ai contenuti e troppo poco al saper fare. Intervista a Adriana Pegoretti, Anna Lona e Valerio Goattin (da pag. 14 a pag. 17).
DEMOCRAZIA E GOVERNANCE. Un appunto di Francesco Ciafaloni sulla discutibile idea di abbassare l’età del voto a 16 anni e sull’ancora più bizzarra proposta di far votare i genitori per i figli minorenni, cosa che scardinerebbe l’intera Costituzione (pag. 17).
RICOMINCIARE, A TRENT’ANNI. La voglia, fin da ragazzino, di mettersi alla prova, i tanti lavori negli anni dell’università, l’organizzare feste che diventa una fonte di reddito e poi la partecipazione a un bando per gestire uno spazio pubblico nell’estate romana, le difficoltà economiche, ma anche le tante gratificazioni; la disponibilità, ogni volta, a buttarsi su un nuovo lavoro. Intervista a Luigi Pinto (pag. 18-19).
CORPI DI PACE. Un intervento del 1995, in parte inedito, di Alexander Langer sui Corpi civili di pace: quale la loro missione e quali le relazioni con i militari e la violenza; assieme a una nota di Edi Rabini, in risposta a un appunto pubblicato sull’ultimo numero di "Una città”; e a un breve intervento del 1999 di Umberto Cini e Silvia Castoldi sulla solitudine di Alex dopo la sua presa di posizione a favore dell’intervento militare in Bosnia (da pag. 20 a pag. 22).
LUOGHI. Nelle centrali, Zuccotti Park alla vigilia dell’evacuazione.
LETTERA DALL’INGHILTERRA. Belona Greenwood ci parla di un’incredibile compagnia teatrale africana che ogni anno va in Gran Bretagna per insegnare ai bambini il vero significato della diversità (pag. 27).
L’EUROPA E LE BALENE. A tre anni dal crack che nel 2008 portò il paese dai vertici delle classifiche mondiali del benessere al collasso finanziario, l’Islanda deve ora decidere se entrare in Europa, dove comunque già oggi vengono prese decisioni che la riguardano. Appunti di viaggio di Paolo Bergamaschi (pag. 28-29).
LA PRIMAVERA CHE NON ARRIVA. La ricandidatura di Putin apre tanti interrogativi, in primis se sia l’uomo giusto per operare quella modernizzazione economica e politica che appare oggi inevitabile, ma problematica; l’apparente inamovibilità di una società segnata da una corruzione endemica, dall’assenza della meritocrazia e però, negli ultimi anni, anche da un aumento significativo dei redditi e delle libertà personali; il rischio, se lo status quo scricchiola, che si passi a un regime più coercitivo. Intervista a Paolo Calzini (da pag. 30 a pag. 33).
LA SCOMMESSA DELL’INDIA. Per la rubrica "neodemos”, Massimo Livi Bacci ci parla dell’innovativa carta d’identità indiana e ci spiega come una sicura ed universale identificazione può diventare un potente strumento di politica sociale (pag. 33).
"IN MANO AGLI EBREI”. La reazione controilluminista, alimentata dalla crisi del modello comunitario feudale, che si salda all’antigiudaismo cattolico; l’emancipazione che ha reso invisibile il nemico e lo stereotipo dell’ebreo usuraio; perché alcune correnti del socialismo cedettero alle argomentazioni degli antisemiti. Intervista a Michele Battini (da pag. 34 a pag. 38).
IL FILOSOFO DEL 1989. Gli eventi del 1989, che non furono vere rivoluzioni; il 1956 ungherese, raro esempio di "rivoluzione plurale”; il dilemma cruciale: come cominciare democraticamente dove non c’è democrazia? A un anno dalla morte, ricordiamo Claude Lefort con un intervento di Andrew Arato (da pag. 39 a pag. 42).
IL 2% AL POSTO DEL 100%. Un intervento di Francesco Papafava su un video del 2001, in cui Netanyahu spiega, tra l’altro, perché ha accettato il ritiro da Hebron (pag. 43).
LETTERA DALLA CINA. Ilaria Maria Sala ci parla di Pechino, "piccioni volanti” e compassione per gli animali (pag. 45).
LETTERA DALLA TUNISIA. Micol Briziobello ci parla della Tunisia all’indomani delle elezioni che hanno visto la vittoria di un partito islamico (pag. 46).
LA VISITA è alla tomba di Henryk Erlich e Wiktor Alter, leader del Bund polacco, uccisi in Unione Sovietica.
APPUNTI DI UN MESE. Si parla di carcere e degli imprenditori del Nordest che si sono tolti la vita per via della crisi; di una proposta di legge in Francia per sopprimere l’anonimato delle donne che rinunciano ai figli appena nati; di un durissimo intervento di Zeev Sternhell comparso su Haaretz; del senso evolutivo dell’eccessiva fiducia che abbiamo in noi stessi; della crisi in Grecia e dei suoi effetti sulla salute della popolazione; di vaccini contro il cancro, eccetera eccetera (da pag. 44 a pag. 47).
UN LIBERTARIO DIMENTICATO. "Il Merlino passò gradatamente dalle posizioni anarchiche giovanili a posizioni socialiste, ma di un socialismo libertario, diffidente verso ogni forma di collettivismo burocratico e dittatoriale. Fu uno dei pochi anarchici e socialisti italiani che si occupassero di teoria, fece del suo meglio per informarsi di quel che avveniva fuori d’Italia...”; per il "reprint” dell’ultima pubblichiamo una recensione di Enzo Tagliacozzo a un libro di Saverio Merlino, uscita su "Tempo Presente” nel dicembre del 1957.