Una Città188 / 2011
Ottobre


LA COPERTINA è dedicata a chi, da mesi, sta manifestando di fronte a Wall Street.
DICIANNOVE SCOMPAIONO. Nonostante i giovani italiani che si presentano ogni anno sul mercato del lavoro siano in numero minore che in passato, più formati, più flessibili, meno costosi e meno sindacalizzati, faticano comunque a entrarci e a restarci; l’infondatezza dell’assunto per cui per far accomodare i giovani si debbano far fuori i vecchi; una convenienza, quella delle imprese per una modalità "usa e getta” dei giovani, che si spiega solo con un’economia fondata sul basso costo del lavoro; le preoccupazioni per il futuro previdenziale di una generazione che è destinata ad arrivare a fine carriera con un percorso molto intermittente, segnato da lunghi periodi di disoccupazione. Intervista a Bruno Contini (da pag. 3 a pag. 7).
UNA FAMIGLIA CHE CAMBIA. Un’analisi di Gustavo De Santis, di Neodemos, su come stanno cambiando le famiglie italiane tra coppie che si formano più tardi e si sciolgono prima, accordi prematrimoniali sulla separazione dei beni e "nubilati definitivi” (pag. 5).
ETNOGRAFIA DEL 18. Un appunto di Francesco Ciafaloni su "una mattina come le altre” a bordo del tram che attraversa la città di Torino (pag. 7).
WALKING WALL STREET. Stephen Bronner ci parla dell’occupazione di Wall Street, e di come questo movimento, per quanto si percepisca come assolutamente "nuovo”, sia invece in perfetta continuità con la tradizione americana della democrazia partecipativa e dell’organizzazione orizzontale del potere (pag. 8-9).
QUEL FAR DA SE' SOLIDALE. Una riflessione sul ritorno del mutualismo, che non va visto come mera risposta alla crisi del welfare, ma nella sua valenza politica nel voler trasformare i "destinatari” di servizi in soggetti attivi e competenti; un terzo settore che non ha più nulla a che fare con il volontariato e la cittadinanza attiva; i nuovi rapporti tra lavoro e mutualità e la lezione di Osvaldo Gnocchi Viani. Un intervento di Pino Ferraris (pag. 10-11).
IL CASTAGNETO. Tonino Virgilii ci racconta di una cooperativa che, impegnata nel parco del Gran Sasso in lavori di tutela ambientale, in progetti per rilanciare l’agricoltura di montagna e nel far tornare alla luce un castagneto di 600 anni sommerso dalla vegetazione, dovrà chiudere perché soffocata da pastoie burocratiche e fiscali (pag. 12-13).
IL SINDACALISTA DEI CITTADINI. Pasquino Porcu, già dirigente Cisl, ci racconta della sua esperienza di sindaco di Mores, di un distributore d’acqua grazie al quale la popolazione ha l’acqua frizzante gratis, della Casa della memoria, ma anche del suo desiderio, rimasto irrealizzato, di affrancare la Sardegna dagli speculatori delle rinnovabili (da pag. 14 a pag. 16).
IL 17 FEBBRAIO. Le Valli valdesi come metafora di un modo di essere e di fare, improntato all’autonomia, all’usare la propria testa, alla laicità, come pure a un forte spirito democratico; il processo di istituzionalizzazione della memoria e quel dibattito, all’indomani dell’Unità d’Italia sul "cosa festeggiare”: lo Statuto Albertino, a giugno, o il 17 febbraio, data di emancipazione dei valdesi? Intervista a Bruna Peyrot (da pag. 17 a pag. 19).
LO SGOMBERO. L’arrivo in classe di un gruppo di ragazzini rom, la diffidenza iniziale che presto lascia il posto alla curiosità per una cultura che non si conosce, e alla voglia di darsi da fare; il trauma degli sgomberi e l’inattesa e contagiosa solidarietà di mamme, maestre, ma anche di emeriti sconosciuti. Intervista ad Assunta Vincenti e Flaviana Robbiati (pag. 20-21).
LA MALATTIA DELL’ISOLAMENTO. A partire dalla convinzione che, al di là dei sintomi, chi ha una malattia mentale soffre innanzitutto di solitudine, il tentativo di sperimentare forme di cura fondate innanzitutto sullo stare assieme, e quindi la terapia di gruppo, anche con le famiglie, le gite, fino all’idea, un po’ azzardata, di portare i ragazzi a fare trekking estremo, prima in Sardegna e poi in Nepal; il concetto di libera comunità terapeutica. Intervista a Alessandro Coni (da pag. 22 a pag. 26).
LETTERA DALL’INGHILTERRA. Belona Greenwood ci parla degli effetti della crisi sulla popolazione più vulnerabile alla vigilia di un inverno che si prospetta più freddo e rigido che mai (pag. 27).
ERANO LE SEI DEL MATTINO... La voglia di far qualcosa per il proprio paese, nata negli anni di studio all’estero, dopo l’incontro con un’avvocatessa tunisina, le ritorsioni contro il padre, l’apertura del blog e poi il ritorno in Tunisia e l’arresto, proprio alla vigilia della rivoluzione; le speranze per il futuro. Intervista a Soufien Belhajj (da pag. 28 a pag. 30).
LETTERA DALLA TUNISIA. Micol Briziobello ci parla dei tunisini che si sono messi in fila per partecipare alle loro prime elezioni libere (pag. 30).
VOLEVO SOLO DIRGLI GRAZIE. L’impegno, fin da ragazza nel movimento di liberazione nazionale; quell’8 maggio 1945, quando la Francia festeggiò la "sua” liberazione, dimenticando la promessa al popolo algerino, vera data d’inizio della rivolta; gli anni della clandestinità, quando uomini e donne erano uguali e poi la frustrazione, a Indipendenza ottenuta, di vedersi rimandate a casa alle antiche incombenze; i due mesi e mezzo di tortura per mano dei francesi, l’incontro con il misterioso dottor Richaud e il cruccio, grande, di non averlo potuto ringraziare; le preoccupazioni, oggi, per una possibile deriva fondamentalista della Primavera araba. Intervista a Louisette Ighilahriz (da pag. 31 a pag. 34).
LA VIRTU' UTILE. Nadia Urbinati risponde alla domanda se la corruzione sia una malattia innata della democrazia e potenzialmente mortale; l’idea sbagliata di una repubblica dei virtuosi e l’importanza, invece, di rendere conveniente il rispetto della legge; la devastazione indotta da un’evasione fiscale diffusa, che sia Hobbes che Thoreau intendevano come un attentato mortale al corpo dello Stato (da pag. 35 a pag. 39).
Ricordiamo Federico Codignola, mancato ai primi di ottobre, con le parole dell’amico Roberto Vigevani, e ripubblicando l’intervista che gli facemmo nel 2003 sulla storia della Nuova Italia, fondata dal nonno Ernesto (da pag. 40 a pag. 43).
LETTERA DALLA CINA. Ilaria Maria Sala ci parla del suo ultimo viaggio in Giappone e di come i cinesi che visitano questo paese rimangano stupiti della sua "civiltà” (pag. 45).
LA VISITA è alla tomba di Bruno Trentin.
APPUNTI DI UN MESE. Si parla di un libro che ricorda Alex Langer, di anziani e "nuda proprietà”, di infermiere che vogliono essere chiamate "dottore”, di carcere, delle donne palestinesi incinte e degli insopportabili soprusi a cui sono sottoposte ai checkpoint, di Al Qaeda che si è messa a fare filantropia, di marciapiedi tedeschi, di Ennahda e del perché, forse, è stata votata, di tre vigili milanesi, della disastrosa situazione sanitaria in Cina, eccetera eccetera (da pag. 44 a pag. 47).
LA LEGGE SOCIALE. "È necessaria una terza nozione: quella di società, cioè individui che non solo vivono insieme ma che non sono concepibili se non nel contesto delle loro relazioni reciproche”; per il "reprint” dell’ultima pubblichiamo la parte conclusiva di una recensione di Nicola Chiaromonte, uscita su "Politics” nel gennaio del 1945, alla "Dichiarazione dei diritti sociali” di Gurvitch.