Una Città245 / 2018
Dicembre-Gennaio


Un giorno, dunque, avvenne nel braccio francese di una galleria un terribile scoppio di grisou: l’incendio si propagò nei vari cunicoli, immobilizzò gli ascensori e rese impossibili e pericolosi i tentativi di soccorso dall’esterno. Allora, non senza pericolo per sé, i minatori tedeschi delle gallerie adiacenti, senza chiedere permesso ad alcun Commissario di polizia, si scagliarono contro le inferriate che separavano la frontiera sotterranea, le scardinarono e salvarono dall’asfissia i loro compagni francesi. Noi siamo minacciati dalla stessa morte, se non abbattiamo la cortina di ferro della miseria e
delle sovranità nazionali. Per finire ho da dirvi solo questo: se non faremo l’Europa,
la nostra generazione potrà considerarsi fallita.
Ignazio Silone
("Volontà”, n. 6, 1 dicembre 1947)

Il dovere del lavoro
Lo "specifico” della nostra Costituzione
Intervista a Mariuccia Salvati

La sharia in Europa?
Perché il multiculturalismo può far male alle donne
Intervista a Meena Patel

Fra le case del popolo e l’Inps
La ragion d’essere della sinistra da ritrovare
Intervista a Roberto Fasoli

Le aziende locusta
Sull’industrializzazione planetaria del cibo
Intervista a Stefano Liberti

Rivederli dopo anni
Sul problema grave dei ricongiungimenti familiari
Intervista ad Anna Oppizzi

Nelle centrali: La storia delle Southall Black Sisters

Sobria, giusta, rispettosa
Una medicina "slow”
Intervista a Marco Bobbio

L’avvento del regno
Cristianesimo e socialismo in Ignazio Silone
Intervista a Sergio Soave

Addio Giovanna
Giovanna Dolcetti Papafava ci ha lasciato

Novecento poetico italiano 24 / Zanzotto (1)
Di Alfonso Berardinelli

L’anno prossimo a Gerusalemme
Di Stephen E. Bronner

Porre un limite all’abuso di potere
Di Francesco Ciafaloni

Migrazioni e sviluppo rurale
Per Neodemos, Piero Conforti

Arabo, darija, francese e berbero...
Dal Marocco, Emanuele Maspoli

Per avere voce in capitolo
Dall’Inghilterra, Belona Greenwood

El Campesino
Ricordarsi, Adriana Montini Bianco

La visita è alla tomba di Ignazio Silone

Appunti di un mese

A pagina 33 diamo addio a una carissima amica e collaboratrice, Giovanna Dolcetti Papafava. Torneremo a ricordarla in un prossimo numero.

Settant’anni fa, nel dicembre 1947, entrava in vigore la nostra Costituzione. Mariuccia Salvati ci spiega come il concetto di "persona”, punto di congiunzione tra la tradizione cattolica e quella social-comunista, permettendo di ricucire, in un unico soggetto, i diritti civili e di libertà con quelli sociali, sanò la ferita prodotta dal fascismo che aveva, sì, promosso i diritti sociali, ma calpestando tutti gli altri; Salvati ci ricorda le lunghe e colte discussioni attorno al diritto al lavoro, lo "specifico” della nostra Costituzione: i dubbi dei liberali su uno stato troppo "interventista” e il rischio che venisse interpretato in senso assistenziale; il "dovere del lavoro” come dovere di solidarietà, nel senso di attiva partecipazione alla costruzione della società.

Meena Patel, militante femminista anglo-indiana, ci racconta la storia e le battaglie delle Southall Black Sisters, un’associazione fondata negli anni Ottanta da donne afro-caraibiche e asiatiche nella periferia londinese, per difendere i diritti delle donne e per lottare contro il razzismo; Patel ripercorre le drammatiche vicende di Kiranjit, Afia, Rukzana, che cercarono di opporsi alla sciagurata pratica del matrimonio forzato e che furono lasciate sole e denuncia infine il rischio, gravissimo e sempre presente, che una sensibilità multiculturale si trasformi in "cecità morale”. Alle Southall Black Sisters sono dedicate anche le centrali.

Iniziamo una serie di interviste a militanti della sinistra delusi, spaesati, ma che continuano a impegnarsi e a riflettere sulla sinistra del futuro. Questa volta a parlare è Roberto Fasoli che vede una sinistra incapace, nella globalizzazione economica, di offrire risposte radicali così come di recuperare una vena utopica; la ferma convinzione che le differenze tra destra e sinistra esistano ancora e che il compito della sinistra resti quello di rappresentare chi oggi, sia un metalmeccanico o un lavoratore di Amazon, non è nella condizione di realizzare in modo autonomo il proprio progetto di vita.

Stefano Liberti ci racconta come il mais attraversi gli oceani per andare a nutrire concentrazioni abnormi di maiali, la cui carne riattraverserà i continenti, o come il pomodoro vada in Cina dove non si consuma per poi tornare in Africa e da noi; filiere assurde che riescono a tener bassissimi i prezzi distruggendo così i distretti agricoli locali; un ciclo vitale, quello fra terra, piante e animali, sconvolto dall’abuso di chimica e antibiotici.

La straordinario connubio, in Ignazio Silone, fra socialismo e cristianesimo, che non si ruppe neanche quando il "cristo primo socialista” di Prampolini fu soppiantato dalla "religione oppio dei popoli”; la "buona novella” della rivoluzione russa che era difficile non ascoltare; l’importanza dell’esilio in Svizzera e il sodalizio socialista con Andrea Caffi; una coerenza personale ferrea e la vicenda dolorosa del fratello. L’Intervista è a Sergio Soave. A Silone è dedicata anche "la visita” alla tomba, nella sua Pescina.

Valentin Gonzales, El Campesino, generale leggendario della guerra civile spagnola, comunista, fuggì in Russia e qui, resosi conto della situazione, divenne antistalinista; arrestato e mandato in Siberia fuggì di nuovo per tornare in Europa... El Campesino visse con Gino Bianco per alcuni mesi a Milano e lì incontrò anche Nicola Chiaromonte. A raccontare è Adriana Montini Bianco.

La copertina è dedicata ai raccoglitori di pomodori.