Una Città n° 259 / 2019
agosto-settembre
“Sarebbe ingiusto dire che i democratici vogliono essere governati dagli stupidi e dagli ignoranti. Nessun difensore della democrazia ha mai affermato che la stupidità e l’ignoranza siano virtù di per sé. Ma è senz’altro vero che la democrazia non discrimina sulla base della mancanza di conoscenza, e che mette in secondo piano la capacità di riflettere con intelligenza su questioni difficili.
Ciò che conta è capire se un individuo verrà coinvolto dall’esito delle decisioni. Alla democrazia interessa soltanto che gli elettori restino nei paraggi abbastanza a lungo da convivere con i propri errori”.
“La democrazia non trova quasi mai le risposte giuste, ma è bravissima a scartare quelle sbagliate. Inoltre ha la grande capacità di smentire le persone che pensano di sapere sempre cosa fare. La politica democratica accetta che nessuna domanda abbia una risposta fissa e fa in modo che sia così assegnando un voto a ciascuno, ignoranti compresi. La casualità della democrazia – che rimane la sua dote essenziale – ci protegge dal rischio di restare impantanati in idee davvero pessime. Significa che niente dura a lungo, perché arriva sempre qualcos’altro a scombinare le carte”.
(David Runciman, Così finisce la democrazia)
L’estate di Hong Kong
Lettera da Hong Kong
Di Ilaria Maria Sala
La forza del gruppo
Cosa significa perdere il lavoro
Intervista a Ylenia Mazza
Vizi privati(stici) e pubbliche virtù
Essre precari nel pubblico impiego
Di Massimo Tirelli
Il 118
Di pronto soccorso preospedaliero
Intervista a G. R.
643.264 tonnellate
Sul terremoto del 2016
Intervista a David Piccinini
Il consenso totalitario
Su come agisce la gente sotto i regimi
Intervento di Paul Corner
Una "piccola agorà"
Di comunità, confini e memoria
Intervista a Krzysztof Czyzewski
Un altro dittico. Giuseppe Conte
e Giorgio Manacorda
Alfonso Berardinelli
La Moudawana del 2004
Emanuele Maspoli
I miei amici microbi e le pesti urbane
Bruno Giorgini
Dopo le elezioni europee
Maura Lucci-Mudersbach
Silenzio
Belona Greenwood
900fest 2019
il programma e la locandina
La copertina è dedicata ai democratici di Hong Kong. Sul manifesto affisso su un muro la scritta: “La polizia ha portato il caos a Hong Kong, non è possibile avere pace”. Qui a fianco, Ilaria Maria Sala ci racconta “in diretta” delle giornate di Hong Kong. La lotta dei giovani e di tantissimi hongkonghesi contro una legge iniqua si è trasformata in una lotta per la democrazia: il colosso totalitario è lì e aspetta e fa paura. Anche a noi, che pur simpatizzando per i manifestanti, non ci azzardiamo più a denunciare un regime orribile: troppo grande, e troppi interessi, troppo commercio. Ma se Hong Kong finirà nel sangue l’Occidente cosa farà? Cosa faremo?
Perdere il lavoro provoca uno stato emotivo simile, per sintomatologia, a una depressione maggiore: il senso di vergogna, oltre che di colpa, il ritiro, le tensioni in casa, la desolazione...; il ruolo, cruciale, dei gruppi di auto aiuto, per uscire dalla solitudine e da un circolo vizioso spesso autosabotante; l’insopportabile associazione disoccupato-divano e la sfida, anche per i servizi di reinserimento, di riattivare le risorse dei singoli. Intervista a Ylenia Mazza.
L’emergenza preospedaliera, un campo della medicina poco conosciuto e poco ambito dagli aspiranti medici, per l’ansia che comporta la necessità di decidere in fretta, il diretto contatto con i parenti, e pure la paura delle denunce, in realtà non giustificata dalle statistiche, perché i parenti capiscono le difficoltà di decisioni prese in condizioni spesso estreme; una di queste, la peggiore per un medico, quella di dover scegliere su chi intervenire per primo in un incidente con più feriti gravi; l’impagabile soddisfazione nel veder tornare alla vita un ferito il cui cuore s’è fermato. Intervista a G.R.
All’origine del sisma del 2016, continuazione della sequenza iniziata nel 1997 e proseguita nel 2009 con il terremoto de L’Aquila, lo stiramento della placca adriatica verso i Balcani. La sfida della protezione civile di combinare vicinanza ed empatia con una rigorosa tenuta documentale e il rispetto dei vincoli ambientali. L’intervento per gestire il milione di tonnellate di macerie; l’orizzonte del rientro, ancora molto lontano. Intervista a David Piccinini.
A Sejny, cittadina polacca di seimila abitanti, al confine con la Lituania, crocevia di popoli, culture e religioni, all’indomani della caduta del muro, un piccolo gruppo di artisti e pedagoghi ha avviato un lavoro di ricostruzione delle memorie dimenticate o negate e anche dei legami di vicinato tra comunità da tempo interrotti; le “Cronache di Sejny”, l’orchestra Klezmer, il teatro, i libri, il centro di documentazione... Intervista a Krzysztof Czyzewski.