Una Città89 / 2000
Ottobre


BELGRADO, finalmente! Un decennio di orrori sembra alla fine; nelle pagine centrali pubblichiamo le interviste, fatte qualche giorno prima delle elezioni, che ci descrivono giovani indomiti perseguitati duramente, avvocati impegnati a soccorrere ragazzi incarcerati per un distintivo; signore che in tutti questi anni non hanno smesso di denunciare la follia orribile del nazionalismo; le interviste sono a Aljosa Drazovic di Otpor, a Borka Pavicevic del Centro per la Decontaminazione Culturale di Belgrado, a Natasa Rasic dell’Humanitarian Law Center.
L’ARTIGIANO E IL PROFESSORE: Sergio Bologna ritorna sul tema del lavoro autonomo di seconda generazione, un tipo di lavoro sempre più diffuso nel mondo ma ignorato, disprezzato dalla sinistra; il problema principale non è di natura previdenziale, bensì riguarda lo statuto della conoscenza oggi monopolizzato dall’accademia universitaria; in seconda e terza.
LA GITA AI QUARTIERI SPAGNOLI..., Lucia Marchetti, insegnante di Ferrara, ci racconta di un modo appassionante, e molto utile per ragazzi e insegnanti, di usare le gite scolastiche; in quarta.La quinta è dedicata alla Palestina.
PARTECIPAZIONE SI’, MA NELL’AUTONOMIA: continuiamo il dibattito sul tanto controverso accordo Zanussi; a intervenire è Flavio Vallan, responsabile Fiom di Pordenone; in sesta e settima.
I TRAVELLERS sono nomadi irlandesi che presentano gli stessi problemi dei nostri rom; l’intervista è a Caroline Coleman; in ottava
LA VERITA’ PLURALE E QUELLA TOTALITARIA, una riflessione di Pier Cesare Bori, a partire dalla figura di Pico, su un umanesimo che stava all’incrocio fra tre culture e che può aiutarci a combinare universalismo e pluralismo, entrambi irrinunciabili; in diciassettesima.
C’è MOLTO DA RISPETTARE MOLTO DA COSTRUIRE: nei riguardi dell’immigrazione rischia di prevalere un relativismo culturale; chiudono le sedi universalistiche e nello stesso tempo resta la noncuranza della varietà culturale degli immigrati: il rischio è di schiacciare i gruppi nelle “comunità” etniche affidate a rappresentanti religiosi; l’intervista è a Francesco Ciafaloni, in diociottesima e diciannovesima.
LA ROTATIVA DEL ‘19: Pier Paolo Poggio ci racconta il senso che, in una società smemorata che ormai sembra vivere in un presente assoluto, può avere il progetto di un museo dell’industria e del lavoro; in ventesima e ventunesima, insieme a IL COLTELLO DELL’INGEGNERE WEISS, un racconto di Pino Ferraris.
I DUE AMICI CHE VOLEVANO RINNOVARE L’UMANITA’: la grande, e commovente, amicizia fra Gustav Landauer, anarchico comunitario, e Martin Buber, sionista libertario, che ha segnato le idee del secolo; in ventiduesima e ventitreesima.
In ultima: ERA LI’, DAVANTI A CASA... Nel racconto di Anna Milone, la notte di Sarno.