Una Città n° 84 / 2000
Marzo
L’HEIMAT DI HAIDER, in seconda e terza, è l’intervista in cui Sonja Puntscher Riekmann ci spiega come Haider non sia un filo-nazista, ma il volto nuovo di un’estrema destra che ha la sua forza nel micidiale mix fra razzismo differenzialista, populismo anti-élites, liberalismo e difesa della piccola patria etnica. L’Europa reggerà all’urto?
IMMAGINA DEGLI UOMINI LEGATI..., in quarta e quinta, è “la proposta” che viene dal carcere Dozza di Bologna, dove Pier Cesare Bori sta tenendo ai detenuti un corso di letture di classici; l’idea, platonica, è che il sapere libera, che la passione per il sapere è contagiosa e che il movente del sapere è l’eros.
Ne IL LAVORO Aris Accornero ci parla del problema dell’impossibilità di licenziamento; del rischio di magnificare i nuovi lavori autonomi, spesso para-subordinati; delle enormi novità del lavoro post-fordista e della necessità per il sindacato di rivoluzionarsi; ci spiega perché in Italia il troppo populismo ed egualitarismo deresponsabilizzano il cittadino; dalla sesta alla nona.
Ne LA PRIMA COSA CHE TI DICONO E’ “IO NON SO FARLO” si parla di ragazzi difficili che hanno abbandonato la scuola odiandola e che gli insegnanti di “Provaci ancora Sam” di Torino cercano di riconquistare alla causa della licenza media; l’intervista è a Adelina Lalli e Angelisa Gualco, in decima e undicesima.
Nelle centrali: i Nuba, una popolazione sudanese a rischio di genocidio da parte del regime islamista di Khartoum.
DOVE FINISCE L’EUROPA? A tentare una risposta è Mauro Martini. Polonia, Ungheria, Cechia, molto guardinghe verso una Russia da sempre in bilico fra Europa e Asia, si sentono ormai parte di un’Europa centrale. I ritardi della Ue e la fretta della Nato; in quattordicesima e quindicesima, insieme alle riflessioni di Marjiana Grandits, sulla recente vittoria dei democratici croati.
LE ANTILLE CHE SONO DI FRONTE A CUBA... è l’intervista a Rodrigo Andrea Rivas, sulla globalizzazione che non è affatto solo economia ma innanzitutto cultura; in sedicesima e diciassettesima.
PER NOI ERA POLVERE, SOLO POLVERE... quella di amianto, respirata a pieni polmoni per decenni dagli operai dei cantieri navali di Monfalcone. La ricerca è di Alessandro Morena; dalla diciottesima alla ventunesima.
LA MEMORIA DELL’IRREPARABILE, è l’intervista, in ventiduesima e ventitreesima, in cui Annette Wieviorka ci spiega perché il racconto della Shoah portato nella cultura ottimistica americana rischia di essere banalizzato e perché è impossibile riparare, con il susseguirsi delle generazioni, alla fine di una civiltà.