Non è facile trovare, e neppure immaginare, due scrittori più diversi di Henry Miller e George Orwell. Fra loro c’erano dodici anni di differenza: ma Miller, nato nel 1891, è stato tardivo, il libro che lo rivelò, Tropico del Cancro, fu pubblicato nel 1935, quando a...
Leggi di piùAlfonso Berardinelli
Critico letterario e saggista italiano, collaboratore di vari quotidiani italiani (Avvenire, Il Sole 24 Ore e Il Foglio). Nel 1985, insieme a Piergiorgio Bellocchio, ha fondato e diretto la rivista di critica Diario. Dal 1983 ha insegnato Letteratura contemporanea presso l’Università di Venezia.
interventi
Una città n. 300/2024
Antonio Gramsci è stato in Italia il pensatore più originale, colto e appassionato fra gli uomini politici tra socialismo e comunismo all’inizio del secolo scorso. In quanto tale può ormai essere letto soprattutto come un intellettuale e un saggista, anche mettendo in...
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Una città n. 299/2024
I due maggiori poeti del Novecento italiano sono stati anche eccezionali saggisti, come è successo altrove con Valéry, Machado, Eliot, Benn, Milosz, Auden, Paz, Enzensberger. In Italia abbiamo avuto le prose di Saba e gli articoli di Montale. Critico letterario e critico della cultura...
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Una città n. 298/2023
Nella Scuola di Francoforte, i cui rappresentanti hanno profondamente innovato la tradizione filosofica sia negli oggetti di analisi che nella forma dell’analisi, i presupposti sono stati la dialettica di Hegel e Marx, la critica morale di Nietzsche, la psicologia del profondo di Freud e...
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Una città n. 297/2023
A metà strada tra filosofia e scienze sociali, spesso accusati di non essere né veri filosofi né scientificamente sociologi, gli autori della Scuola di Francoforte, in primo piano Max Horkheimer, Theodor W. Adorno e Herbert Marcuse, sono stati i primi a usare sistematicamente...
Leggi di piùUna delle opere meno citate, lette e studiate dai sociologi, L’uomo è antiquato di Gunther Anders, è sempre più diventata una delle analisi più sorprendentemente attuali e concrete come descrizione di quanto è accaduto e continuerà ad accadere...
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Una città n. 294/2023
Ben poco fortunato in vita sia come libero scrittore e saggista che come filosofo e studioso, Walter Benjamin (1892-1940) morì suicida quando, sul confine con la Spagna, stava tentando di fuggire, lui ebreo, dalla Francia occupata dai nazisti. In rapporto piuttosto intimo ma anche...
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Una città n. 293/2023
Anche la critica letteraria, anche quella che lavora con strumenti di filologia storica e analisi degli stili, a volte entra a far parte della storia del pensiero. Nel Novecento uno dei casi più eminenti e suggestivi è quello di un libro come Mimesis di Erich Auerbach (1892-1957)...
Leggi di piùEminente e tipico umanista americano, storico della cultura, del lavoro e della tecnica, Lewis Mumford (1895-1990) è stato fin dagli anni Trenta del Novecento un pensatore sociale che non ha cessato di indagare sulle strutture materiali, sulle utopie e sulla loro influenza sulla vita...
Leggi di piùCredo che sia il caso di rileggere un libro come L’uomo a una dimensione di Herbert Marcuse (1898-1979). Non tanto perché fu un bestseller mondiale degli anni Sessanta, ma perché il suo brillante titolo ne segnala la permanente attualità. Il sottotitolo era “L’
Leggi di piùScienza e cultura. Addestramento e saggezza. È fra questi due poli, o in qualche caso alternative, che si sta giocando e si giocherà in futuro il destino della cultura e dell’insegnamento in tutto il pianeta, ormai coinvolto nelle cosiddette, incessanti “modernizzazioni"...
Leggi di piùIl tedesco Hans Magnus Enzensberger (1929-2022) è stato l’ultimo poeta europeo che abbia avuto come intellettuale una spiccata e ininterrotta influenza fuori dei confini della Germania. La sua saggistica e la sua poesia sono state fin dall’inizio in uno stretto rapporto di scambio...
Leggi di piùUna città n. 288/2022
Convinto come sono che la saggistica è un genere letterario e che in alcuni secoli, per esempio il Settecento e il Novecento, arriva a volte a superare, per incisività letteraria e importanza storica, la poesia e il romanzo, trovo ovvio che la grandezza di Chiaromonte come testimone...
Leggi di piùRiprendo e rileggo dopo molti anni un importante saggio di Thomas S. Eliot, “L’idea di una società cristiana”, pubblicato in due puntate nel 1937 e nel 1939. È una riflessione degna di memoria (che la si condivida o no) di quello che è stato il più...
Leggi di piùLa teologia politica, la divinizzazione della Storia e dello stato, che nella filosofia occidentale moderna vengono da Hegel, sono alle origini dei fascismi novecenteschi e di ogni regime totalitario. Hegel pretese di superare il pensiero politico degli illuministi, degli enciclopedisti francesi...
Leggi di piùCi sono laici, quelli che si sentono i più puri e coerenti laici, che ritengono la religione, tutte le religioni, inevitabilmente nemiche della libertà moderna, della libertà individuale, della libertà di pensiero e della libertà politica. Secondo questo tipo di...
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Una città n. 285/2022
Il Novecento, secolo di rivoluzioni, si aprì con una sorprendente simultaneità di tendenze culturali omogenee. L’antipositivismo, l’antideterminismo, l’idea che le cosiddette “leggi ferree” che dominano i fenomeni naturali e i processi storico-sociali...
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Lessi per la prima volta Gaetano Mosca quando preparavo all’università l’esame di sociologia, a metà anni Sessanta, nell’antologia che Charles Wright Mills, l’autore di "Colletti bianchi", "L’élite del potere" e "L’immaginazione sociologica"...
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Critico scrittore, cioè narratore e critico di quella vita che la società ci spinge o costringe a vivere, sempre in regime di libertà limitata e condizionata, Piergiorgio Bellocchio ci ha lasciato una serie di libri che per forma e contenuto, per qualità stilistica e pass
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Umberto Saba, che per il suo stile poetico è così singolarmente antinovecentesco e tradizionalista, e che irride il Novecento dicendo che non aspirava ad altro che arrivare al Duemila, è stato invece, in prosa, un intellettuale d’avanguardia. Le sue angosce lo portarono...
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di Alfonso Berardinelli
Una città n. 281/2022
Nella storia della sociologia, quella di Werner Sombart è una figura controversa. Soprattutto perché i suoi due autori di riferimento, Karl Marx e Max Weber, sono immancabilmente considerati, non a torto, superiori quanto a solidità sistematica di pensiero. Ciò non...
Leggi di piùUna città n. 280/2021
Sul rapporto fra arte e politica, cultura e società, le Considerazioni di un impolitico che Thomas Mann scrisse a partire dal 1914 e pubblicò nel 1918, sono uno dei libri più lucidi e polemici, viscerali e qua e là imbarazzanti, di primo Novecento. Il grande scrittore...
Leggi di piùdi Alfonso Berardinelli
Una città n. 279/2021
Fra realtà e pensiero c’è distanza, alterità e opposizione, o invece questo dualismo, questa separazione sono falsi e fuorvianti? Nella battaglia contro il Positivismo, il marxismo e le scienze naturali come modello di conoscenza da estendere alla filosofia, Croce e Gentile...
Leggi di piùdi Alfonso Berardinelli
Una città n. 278/2021
In quanto concezione e ideologia politica fondata sul principio della libertà individuale, il liberalismo dovrebbe essere propizio alla pratica autobiografica. Che cosa sono la libertà individuale e il suo esercizio senza un individuo consapevole della propria vita? Ma se...
Leggi di piùdi Alfonso Berardinelli
Una città n. 277/2021
In seguito all’affermarsi del marxismo come materialismo storico o teoria materialistica della storia, tra fine Ottocento e primo Novecento non mancarono le reazioni critiche e correttive, sia tra gli storicisti socioculturali o neoidealisti, da Max Weber a Benedetto Croce, sia tra i...
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di Alfonso Berardinelli
Una città n. 276/2021
Il consumo di merci, gli alti consumi come “status symbol”, come segno di distinzione e superiorità sociale, e infine il cosiddetto “consumismo” di massa hanno occupato da tempo i sociologi e i moralisti sociali. Se i cittadini “consumatori” non comprano e...
Leggi di piùCi sono state epoche in cui i poeti erano intelligenti, fra i più intelligenti intellettuali dell’intera società. Poi le cose sono cambiate. Quando? Non voglio indicare una data precisa: diciamo “negli ultimi tempi”, quando l’idea mitica di genialità...
Leggi di piùÈ in Francia, la nazione occidentale in cui la società era più razionalmente, minuziosamente organizzata, che nasce la sociologia, una scienza nuova, una scienza moderna. Il suo oggetto non è infatti la società in generale, che in qualche forma e misura è se...
Leggi di piùScrittore politico e uno dei maestri della prosa morale e civile italiana, Gaetano Salvemini (1873-1957) si è distinto come storico e polemista. Sapeva diffidare delle idee e delle parole, della loro capacità di suggestionare e sedurre con la loro astrattezza ipnotica. E quale parola...
Leggi di piùdi Alfonso Berardinelli
Una città n. 272/2021
Qualunque persona mediamente colta, o diciamo pure “acculturata”, oggi può credere di sapere quanto basta del pensiero di Freud. Questo sapere diffuso e generico viene da una fonte oggettivamente certa, che però non è precisamente l’opera di Freud, quanto piuttosto...
Leggi di piùTra fine Novecento e inizio Duemila, si è messa a circolare di nuovo l’idea che l’Occidente, dopo aver invaso e influenzato il mondo con il suo comunismo e il suo capitalismo, fosse entrato in crisi mostrando chiari segni di declino. Oggi è in crisi anche quel protagonismo...
Leggi di piùUna città n. 270/2020
Filosofo, critico letterario, giornalista e soprattutto autore di saggi di critica della cultura che hanno fatto epoca, José Ortega y Gasset (1883-1955) ha dominato la cultura spagnola e più generalmente ispanica della prima metà del Novecento. Nel 1917 fondò la...
Leggi di piùUna città n. 269/2020
Quando si pensa alla Coscienza di Zeno, capolavoro e ultimo romanzo di Italo Svevo, che per la prima volta a più di sessant’anni, nel 1923, ebbe una positiva accoglienza non solo in Italia, si pensa di solito alla nevrosi del protagonista, ai suoi tentativi di guarire, al suo ambiguo e...
Leggi di piùUna città n. 268/2020
Non c’è democrazia senza educazione alla democrazia. Si potrebbe aggiungere che si è più o meno democratici anche per carattere e che un’educazione alla democrazia comporta una certa formazione del carattere. Coloro che hanno un istinto caratteriale alla sopraffazione...
Leggi di piùUna città n. 267/2020
Per un paio di secoli è esistita una grande famiglia di poeti intellettuali che oggi sembra estinta e che in Europa andava da Coleridge e Baudelaire a Eliot e Brecht e in Italia da Leopardi a Montale e Pasolini. A questa famiglia apparteneva in posizione eminente nei primi decenni del Novecento...
Leggi di piùUna città n. 266/2020
Il Novecento è stato fin dall’inizio un secolo di programmi e di autointerpretazioni, un secolo che ha creato o spinto il mito della creatività moderna fino all’estremo limite. Ma più che creare, si è proposto di farlo, e ha elaborato metodi, teorie, progetti...
Leggi di piùUna città n. 265/2020
Karl Kraus (1874-1936), l’autore che nel corso della guerra 1914-18 fu capace di scrivere un’opera teatrale ma teatralmente irrappresentabile come Gli ultimi giorni dell’umanità, cominciò a pubblicare in una Vienna “belle époque” e morì quando...
Leggi di piùUna città n. 264/2020
Dunque alla fine del Novecento, dagli anni Novanta in poi, nella poesia italiana si verifica un fenomeno nuovo: compaiono dei personaggi. Non me ne resi conto subito e non mi pare che nessun critico abbia notato la cosa. In realtà, all’inizio, fu quasi esclusivamente Bianca Tarozzi...
Leggi di piùFin dal suo esordio nel 1974 con Le mie poesie non cambieranno il mondo, un volumetto di circa 50 pagine il cui titolo esprimeva una semplice ma spavalda polemica con la diffusa cultura presuntamente “rivoluzionaria” di quegli anni, Patrizia Cavalli mostrò che con gli stili e le...
Leggi di piùChe cos’è, chi è un poeta? A chi si può dare il nome di poeta? A chi ha pubblicato uno o più libri di versi come che siano, o a chi ha scritto delle poesie che si ricordano e si ha voglia di rileggere? In quel vero e proprio oceano che è oggi la produzione di...
Leggi di piùC’è un libro di Peter Handke, uno dei suoi migliori, che riguarda la vita di sua madre ma che nel titolo definisce una dimensione, uno strato subliminale, seminascosto della vita, di cui non è facile parlare e di fronte al quale perfino la letteratura, in prosa e in versi, spesso...
Leggi di piùNegli ultimi cinquant’anni le antologie di poeti italiani sono state numerose come mai prima. Di alcune si è parlato di più, di altre meno, ma le più discutibili sono state quelle in cui i poeti nati dal 1900 al 1930 sono stati messi insieme a quelli nati dopo il 1935...
Leggi di piùQuando si considera nel suo insieme la “nuova poesia italiana”, che continuiamo a pensare come “nuova” sebbene sia passato ormai mezzo secolo dalla sua comparsa, si ha spesso l’impressione che sia rimasta in prevalenza una poesia di eterni esordienti. L’idea di un....
Leggi di piùUna città n. 258/2019
C’è stato un momento, fra il 1975 e il 1980, più a Roma che a Milano, in cui l’emergere di una nuova poesia tendeva a sovrapporsi, fino a volte a coincidere, con l’apparizione di "personaggi poetici”, di autori cioè che entravano nella scena letteraria come si entra in un teatro. Sembrava...
Leggi di piùLa produzione tarda di Attilio Bertolucci e di Giorgio Caproni, come del resto quella di Montale, mostra quanto la cronologia di opere poetiche possa spezzarsi e ricomporsi in modo sorprendente. Come Montale, da Satura (1971) in poi, arrivò a mettere in ombra per un decennio poeti di venti o...
Leggi di piùUna città n. 256/2019
Che genere di testi erano quelli che nel 1975 furono antologizzati nel Pubblico della poesia? Di postmoderno e postmodernità, termini e concetti nati e usati soprattutto in area anglosassone, non si discuteva ancora. Ma quando più tardi le discussioni in proposito divennero poco meno...
Leggi di piùUna città n. 255/2019
Dopo le esplosioni di novità culturali e politiche che si ebbero dopo la metà degli anni Cinquanta e fino a quel cosiddetto anno fatale che fu il 1968, fu come se all’improvviso si interrompesse quella paradossale "continuità rivoluzionaria” che aveva legato gli intellettuali illuministi a...
Leggi di piùUna città n. 254/2018
A un certo punto del Novecento, il Novecento letterario finisce. Da un lato comincia a finire perché chi scrive sente di essere entrato in una specie di aldilà storico (succede con Satura di Montale e con Trasumanar e organizzar di Pasolini). Dall’altro, in un poeta come Giovanni...
Leggi di piùUna città n. 253/2018
C’è un sonetto di Auden (The Novelist) nel quale la vocazione, il temperamento, il destino del poeta vengono nettamente distinti, anzi contrapposti, a quelli del narratore. Mentre il poeta, dice Auden, è "imprigionato nel suo talento come in un’uniforme, sa sorprenderci come un uragano e...
Leggi di piùUna città n. 252/2018
Dopo l’ermetismo, poetica tipicamente novecentesca e modernistica nata dalla radice del simbolismo di secondo Ottocento, il 1945 impose in tutta Europa il dovere dell’impegno morale e politico anche in letteratura. Non si trattò comunque della nascita di una vera e propria ideologia letteraria...
Leggi di piùUno o due passi indietro, per non dimenticare la poesia di due critici come Sergio Solmi (1899-1982) e Franco Fortini (1917-1994), critici poeti o poeti critici: la loro presenza e importanza nella cultura letteraria della prima e della seconda metà del Novecento è fuori discussione. Ma appare...
Leggi di piùPer introdurre alla presenza o meglio all’irruzione di Amelia Rosselli nella poesia italiana della seconda metà del Novecento, forse il modo migliore, o almeno il più efficace e immediato, è partire dai suoi testi. Ricordo che quando a vent’anni, nel 1963, lessi per la prima volta le sue poesie...
Leggi di piùÈ probabile che Giudici abbia cominciato presto a sentirsi troppo convenzionalmente imprigionato nella categoria di poeta realistico, autobiografico e piccoloborghese. I primi sintomi di questo disagio compaiono già con il suo secondo libro degli anni Sessanta, Autobiologia (1969). Fin dal titolo...
Leggi di piùGiovanni Giudici, ovvero "la vita in versi”, come dice il titolo del suo primo libro importante. Giudici, ovvero l’uomo medio entra in poesia. Fra Zanzotto e Pasolini, suoi coetanei, che praticano l’oltranza lirica o morale, con Giudici il linguaggio poetico scende nella normalità quotidiana...
Leggi di piùCon Italo Calvino, suo coetaneo, Zanzotto è stato per più di vent’anni lo scrittore di maggior successo della sua generazione, il più accettato e studiato nelle università, il meno discusso. Una tale situazione favorevole ne ha promosso presto la consacrazione, mentre d’altra parte ha...
Leggi di piùCon il suo esordio nel 1951 come brillantissimo e inatteso epigono del modernismo lirico fra ermetico (Ungaretti) e surrealista (Eluard), non senza venature di petrarchismo campestre, arcadico, virgiliano, o di verticali sublimità vocative echeggianti Hoelderlin, sembrò che Andrea Zanzotto fosse...
Leggi di piùTra fine anni Cinquanta e primi anni Sessanta, fra poemetti civili (Le ceneri di Gramsci), narrativa sottoproletaria (Ragazzi di vita, Una vita violenta), attività critica (Passione e ideologia) e cinema (Accattone, Mamma Roma, Il Vangelo secondo Matteo), Pasolini ha già raggiunto i...
Leggi di piùLa poesia di Pier Paolo Pasolini è stata un evento nella letteratura italiana del Novecento. Evento decisivo e ingombrante. Decisivo perché segna consapevolmente e con eccezionale energia una svolta "antinovecentista”, che con un termine entrato in uso più tardi...
Leggi di piùNessuno o quasi ha detto "no” a Sandro Penna, nessuno ha obiettato alla sua poesia e alla sua idea di poesia, nessuno ha trovato o voluto cercare in lui limiti e difetti, carenze o imperfezioni, monotonia tematica o insufficienze formali. Sembra proprio che Penna abbia avuto la rara capacità...
Leggi di piùPer parlare di Attilio Bertolucci comincerò da alcune date. Un poeta come lui non si spiega senza parlare dei sui tempi: e il senso del tempo che ha Bertolucci, o meglio che lo governa e lo domina, prevede, esige anzitutto la lentezza, le lunghe pause, l’odio del calendario e dell’orologio...
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Una città n. 240/2017
Pur avendo scritto poco (forse anche per questo), Vittorio Sereni è stato un autore centrale e un punto di riferimento nella poesia italiana dopo Ungaretti e Montale. Certo, questo si spiega anche con il suo ruolo di direttore letterario alla Mondadori dalla fine degli anni Cinquanta in poi...
Leggi di piùUna delle caratteristiche più interessanti per il lettore di Mario Luzi, anzi il pathos morale e letterario che rende la sua storia di poeta così carica di tensione dinamica, è il superamento del suo ermetismo giovanile, la sua ricerca di un’autoanalisi esistenziale più...
Leggi di piùVittorio Sereni (1913-1983) nasce poeta ermetico o non ermetico? La questione resta in bilico, irrisolta, come irrisolta e in bilico è la situazione da cui nasce tutta la sua poesia. Si è molte volte ripetuto che il titolo del primo libro di Sereni, Frontiera (1941), individua...
Leggi di piùStile e idea proverbiali della poesia italiana nella prima metà del Novecento (più precisamente fra la Prima e la Seconda guerra mondiale) e scorciatoia nell’interpretazione della modernità, l’Ermetismo ha avuto il torto di mettere in ombra piuttosto a lungo modi diversi di fare poesia. Finché...
Leggi di piùErmetismo: ovvero audacia metaforica di uno stile che sconfina nell’oscurità e poesia come essenza della vita. Con queste due formule generali può essere riassunta la novità, la svolta poetica degli anni Trenta e dei primi anni Quaranta. È con la Resistenza e con la fine della guerra che la...
Leggi di piùLa centralità di Montale nel Novecento poetico italiano è ormai indiscutibile da almeno mezzo secolo. Già con la pubblicazione della Bufera, suo terzo libro uscito in due edizioni, nel 1956 (Neri Pozza) e nel 1957 (Mondadori), Montale era diventato un classico intorno al quale cominciava a cresce...
Leggi di piùLe poesie memorabili, antologizzabili e antologizzate che si leggono negli Ossi di seppia di Montale sono effettivamente molte. Dopo "Meriggiare pallido e assorto” e "Spesso il male di vivere” (commentate nella puntata precedente) vengono "Esterina”, "Non chiederci la parola”, "Portami il...
Leggi di piùA Novecento concluso e considerando l’enormità quantitativa della letteratura critica che lo riguarda, Eugenio Montale, nato nel 1896, di otto anni più giovane di Ungaretti, è senza dubbio il poeta centrale, il più studiato, il più letto, il più autorevole e indiscutibile poeta italiano del...
Leggi di piùPer capire quale sia stato il rapporto di libera estraneità che Saba ha avuto con l’ossessione modernistica del Novecento, è sufficiente ricordare una delle sue Scorciatoie più fulminanti: "Il Novecento pare abbia avuto un solo desiderio: arrivare prima possibile al Duemila”. Non conosco una...
Leggi di piùIn quanto diarista, narratore e osservatore, Saba spesso ritrae e si autoritrae. Uno dei suoi più celebri ritratti è quello molto precoce dedicato a sua moglie. Un ritratto divertito, entusiasta, scandaloso, nel quale la sua Lina viene descritta con sei similitudini ampiamente sviluppate e...
Leggi di piùFino a questo momento mi è stato possibile parlare dei poeti nati negli anni ottanta dell’Ottocento, i poeti che rivoluzionano il linguaggio della poesia italiana nel primo ventennio del nuovo secolo, senza dire niente di Umberto Saba. Come è stato possibile? Bisogna dirlo: se si esclude Gozzano...
Leggi di piùDall’espressionismo convulso di Clemente Rèbora al classicismo contemplativo di Vincenzo Cardarelli. Un tempo storico lacerato da conflitti drammatici, nel primo caso. Un bisogno di distanza dalla storia e dai suoi eventi, nel secondo caso. Rèbora oscilla, non riconciliato, fra istanze opposte...
Leggi di piùNon c’è poesia, non c’è epoca della sua storia, che non produca o suggerisca un’idea di poesia. È avvenuto anche all’inizio del Novecento. Il secolo si apre filosoficamente, nel 1902, con l’Estetica di Benedetto Croce, che presto, benché con stima e rispetto, verrà considerato...
Leggi di piùNel repertorio delle varie solitudini poetiche di primo Novecento, quella di Camillo Sbarbaro segna un confine oltre il quale sembra impossibile andare. È certo vero che altre solitudini-limite, come quelle di Michelstaedter e di Campana, con i loro esiti biograficamente drammatici, suicidio e...
Leggi di piùQuando nel 1909 Filippo Tommaso Marinetti pubblicò a Parigi il primo manifesto del Futurismo, la generazione dei ventenni poeti italiani nati negli anni Ottanta aveva già cominciato a esordire. Aveva esordito Govoni nel 1903, Palazzeschi nel 1905, Corazzini nel 1904, Gozzano nel 1907, Saba nel...
Leggi di piùRifiuto, estraneità, lutto, evasione: dall’inizio del Novecento alla Prima guerra mondiale, sembra che la cosiddetta "belle époque” tanto bella non sia stata per i poeti italiani. La stessa euforia del Futurismo, nel suo abbraccio alla modernità meccanica, ha qualcosa di isterico e di sinistro...
Leggi di piùQuando una tradizione letteraria e un sistema stilistico vanno in frantumi, si apre un vuoto che forse (ma niente è garantito) lascia spazio a nuovi linguaggi. Questo significa che qualcosa è avvenuto prima e fuori della letteratura. Qualcosa di drammatico, traumatico e a volte liberatorio...
Leggi di piùA questo punto e avendo passato già quindici anni nel Duemila, possiamo chiederci senza remore né pudori scolastici: è leggibile, in che misura è leggibile oggi la nostra poesia del Novecento? La domanda, il dubbio sembrano fatti apposta per parlare di Guido Gozzano. Non...
Leggi di piùNon solo per paradosso, si può dire che la poesia italiana del Novecento ha inizio nell’Ottocento. Con i poeti nati tra il 1880 e il 1890, da Gozzano e Saba a Campana, Palazzeschi e Ungaretti, risulta evidente che l’opposizione all’Ottocento convive con la continuità e la ripresa ironico...
Leggi di piùIn queste pagine, ogni mese, cercherò di capire di che cosa storicamente si è trattato. Il Novecento sembra che si allontani da noi e dalle generazioni più giovani a una velocità crescente. Anche per me, che ho cominciato all’inizio degli anni Sessanta, tra fine liceo e università, a leggere...
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Una città n. 119/2004
"Ma si può sapere chi siete? - Noi siamo la donna delle pulizie" Alfonso Berardinelli è stato docente di Letteratura italiana contemporanea all’Università di Venezia dal 1983 al 1995, ha svolto attività di critico militante su diverse riviste, a cominciare dai Quaderni Piacentini...
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